Arrivarono alle tre di notte, troppo tardi per andare in albergo, così rimasero a dormire nel furgone. Cinque atlete, un tecnico e un factotum: la squadra nazionale lituana. La mattina si precipitarono al quartier tappa per ritirare i dorsali, ma l’organizzatore, Brunello Fanini, sconsolato, allargò le braccia: il Giro d’Italia donne era partito il giorno prima. E a nulla valsero spiegazioni e giustificazioni, preghiere e implorazioni, a nulla valse anche la richiesta finale di essere inseriti in classifica con il tempo dell’ultima arrivata il giorno prima, nel cronoprologo. Pare che Fanini dette un piccolo contributo economico perché la nazionale lituana potesse tornare a casa. Invece, anche per evitare altre trafile per permessi e visti, fu improvvisato un ritiro in altura: a Isola 2000, in Francia. Le cinque atlete, il tecnico e il factotum si stabilirono in un’area di parcheggio, montarono la tenda e cominciarono gli allenamenti. Giù e su, giù e su, giù e su. Finché cominciò il Tour de France donne. Stavolta, alla partenza, la nazionale lituana si presentò puntuale.
Edita Pucinskaite aveva 18 anni e scopriva il mondo. Ne avrebbe fatta di strada, trionfando – fra l’altro – in due Giri, un Tour (in maglia gialla dal primo all’ultimo giorno) e un Mondiale (quello di Verona 1999), fino a diventare una di noi: casa e famiglia a Monsummano Terme e granfondo a Pistoia. E’ la decima edizione e si disputa domenica 23 giugno (partenza alle 7.15 da piazza del Duomo). Quattro percorsi per bici da strada (59 km con 530 metri di dislivello; 83 km con 1949 metri; 115 km con 2846 metri; 144 km con 3805 metri) e uno per mountain Bike (51 km con 1500 metri di dislivello), benvenute anche handbike e bici elettriche.
C’è molto di Edita – disponibilità, curiosità, rispetto, gratitudine, sostegno - in questa festa cicloturistica organizzata dall’Avis Bike di Pistoia: dagli obiettivi (promuovere la donazione del sangue, la cultura della solidarietà nello sport e il territorio, e offrire ai ciclisti non agonisti una giornata di sano sudore, natura, cultura, buona cucina – perfino vin santo e cantucci - e divertimento) alla beneficenza (3 euro della quota di ogni iscritto saranno devoluti a un progetto di Emergency; finora la granfondo ha già dato 26mila euro), dal tratto cronometrato in salita (2,2 km a Spignana, per soddisfare istinti agonistici) ai due di sterrato (facoltativi, per provare brividi eroici), dalla garetta per i bambini (dai 3 ai 12 anni, sabato alle 15.30 al Circolo Arci Santomato di Pistoia) all’incontro con i volontari di Emergency (sabato alle 16.30, nello stesso Circolo Arci), dalle collaborazioni con un liceo artistico e con un testimone della Federazione italiana malattie polmonari rare, che correrà con l’ossigeno in spalla. “La bici – sostiene Edita – ci aiuta a stare al mondo”. E a starci meglio.
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