Ciao a tutti popolo che pedala. Dopo una giornata di riposo inserita in un contesto di trasferimento di 370 km, diciamo che siamo ripartiti con un po’ di morale in più, perché nonstante tutto ci si è riposati, si è avuto il tempo di sistemare le cose con più calma, si sono fatte le spese per gli alimenti che mancavano e c’è stato il tempo per fare due chiacchiere un po’ con tutti. Sarà anche stato il merito del clima termale che ci avvolgeva dalla mattinata, perché eravamo alloggiati con altre nove squadre all’hotel Balistrocchi Terme che è da anni conosciuto per aver inserito al suo interno le terme che sono per lo più frequentate da persone “adulte”. Diciamo che abbiamo portato un po’ di gioventù con i nostri atleti, dai...
Che la tappa del Maniva è duretta, lo capisci subito da come si muovono i massaggiatori mentre gli atleti stanno facendo colazione perché - come consigliato da Erika Lombardi, che è la dietologa che segue noi e molti atleti di alto livello nel mondo sportivo - oggi per il dopo gara servono delle patate lesse che andranno aggiunte al riso e quindi tutti passano dalla cucina per ritirare patate, ghiaccio, panini e bottiglie di acqua lasciate a ghiacciare nel frizer.
Diciamoci la verità, l’alimentazione è un aspetto molto importante della nostra vita sportiva, anche se in pratica dovrebbe esserlo anche nella vita di tutti i giorni: vi posso assicurare che anche noi del personale, dopo un giro a tappe, arriviamo a casa con qualche chiletto in meno, anche se non abbiamo corso. In primis perché a pranzo, il più delle volte, non è facile mangiare e poi perché negli hotel il menù è sportivo e quindi direi che questo giro è positivo anche per la nostra salute.
Prima della partenza, come facciamo da tre giorni, si passa a fare una visita in ambulanza, perché Botta deve controllare i 5 punti che ha messo dopo le strade bianche e quindi ogni mattina i suoi “angeli custodi”, che sono i medici ed i volontari, lo medicano e lo controllano e gli fanno coraggio, perché credetemi Davide sta soffrendo in silenzio e da mamma e nonna non so proprio come faccia ad andare avanti, perché il braccio è gonfio e il suo viso è dolorante. Che sono tutti degli eroi ve l’ho già detto molte volte ma, ve lo ripeto, perché questo è uno sport per pochi.
Si parte quindi per la tappa con arrivo in salita al Passo Maniva, ma come succede da inizio giro, sembra che si parta sempre come se fosse l’ultima tappa, a tutta. Abbiamo un bel po’ di pianura da fare e purtroppo subito dopo la partenza ci sarà una brutta caduta che coinvolge molti atleti tra cui il nostro Dorigoni che non avrà conseguenze a differenza dell’ atleta Fiaschi che invece verrà trasportato in ambulanza per accertamenti e costretto poi al ritiro con una lussazione al gomito e braccio ingessato.
Il gruppo si spezza in vari tronconi, si cerca di recuperare, si rincorre sempre il gruppo davanti, si alza la velocità ed i molti attacchi non hanno mai il loro esiti positivo, fino a circa 70 km dalla partenza dove un gruppetto di 21 atleti riesce ad evadere (sembra una prigione, ahahahah) e raggiunge un vantaggio massimo di circa 1 minuto e 30 secondi.
Questi sono gli uomini che arriveranno in fuga fino ai piedi della salita, ma il gruppo è lì vicino, sempre in agguato ed i colombiani aspettano il terreno a loro ideale per attaccare.
Inizia la salita e la maglia rosa dimostra la sua superiorità e lascia la compagnia degli altri e si invola tutto solo verso il traguardo del Passo Maniva, dove riesce ad aumentare il suo vantaggio sul secondo in classifica generale e su tutti gli altri.
I colombiani hanno il primato con la maglia rosa, ma gli italiani sono lì, con Covi in seconda posizione, Monaco in terza e Conca in quarta; a seguire nei venti Scaroni e Zana. Popolo che pedala è un giro duro e particolare, con tappe che a volte tolgono il respiro, ma i nostri ragazzi ci sono e ce la mettono tutta.
Una piccola nota: per Covi che sta dimostrando tutto il suo valore ed anche oggi, con il suo passo, non è riuscito a tenere le ruote dei primi, ma ha grinta da vendere. Ale è un ragazzo simpatico, sempre allegro, un po’ fuori dalle righe, ma oggi dopo l’arrivo è sceso ai 10 km nel motorhome e prima di partire per l’hotel (2 ore e 30 verso l’Aprica) ha atteso i suoi compagni e li ha ringraziati uno ad uno, accertandosi che Botta stesse bene e che Dorigoni fosse riuscito a termine la gara, perché non si sentiva bene e quindi aveva paura che non ce l’avesse fatta ad arrivare al traguardo.
Ti accorgi che hai una “squadra” quando ti arrivano le classifiche ed hai il secondo in classifica generale e ti ritrovi ultimo nella classifica a squadre di tappa. Sembra una barzelletta, ma invece è tutta teoria ciclistica, anzi no, meglio direi pratica ciclistica.
Allora pronti per oggi? Il doppio Mortirolo ci aspetta e meno male che la partenza si trova a 600 metri dall’hotel perché dopo il viaggio di ritorno, con il su e giù per arrivare all’Aprica, direi che un po’ di meritato riposo ci vuole prima... della tempesta.
È arrivato un altro giorno, quello del Mortirolo...
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