L come Landa. Nel senso di Mikel, scalatore basco. Corre col numero uno, ma in squadra è il numero due: è il suo destino da sempre. Quando correva nell’Astana, gli hanno chiesto di aiutare Aru, nella Sky lo hanno messo in appoggio a Froome, adesso che la Movistar è senza Valverde deve aiutare Carapaz: per convincerlo, gli dicono che due è sempre meglio di uno. E’ condannato ad aver sempre qualcuno davanti: nel team, nelle corse, alla cassa del supermercato, quando va a teatro. Persino al ristorante degli hotel, quando servono la pasta, i tecnici lo fermano: niente primo, solo secondo. Gli hanno detto che, se farà bene qui in Italia, potrà fare il capitano ai Paesi Baschi: ha rifiutato, ritenendola una prospettiva bLanda. E’ convinto di poter arrivare al podio e magari anche di vincere il Giro: sarebbe un capolavoro riuscirci facendo Landatura. Intanto prepara l’addio anche al suo attuale team: è l’unico modo che ha per cambiare Landazzo.
P come Pozzovivo. Nel senso di Domenico, compagno di Nibali. Come ciclista, ovviamente, non nella vita: meglio specificarlo, perché viene puntualmente raccontato come se facesse qualcos’altro. Meteorologo, perché è un esperto nelle previsioni: quando gli chiedono che tempo farà, sa bene che il riferimento non è alla crono. Operatore di borsa, perché è un esperto di fondi e quotazioni: quando gli chiedono se le sue azioni sono in rialzo, sa bene che il riferimento non è alla classifica. Musicista, perché è un esperto suonatore di pianoforte: quando gli chiedono come va col piano, sa bene che il riferimento non è alle tappe di pianura. Tecnologico, perché maneggia ipad e cellulare con la perizia di un tredicenne, per non dire del navigatore, nel suo caso Dom Dom: quando gli chiedono come va col computer, sa bene che il riferimento non è al misuratore di potenza che ha sul manubrio. Di questa sua qualità da tuttofare si è occupato il Processo alla tappa, per l’occasione in formato granchio: per quelli presi, non perché Pozzovivo è anche pescatore. Ha cominciato Cassani, un maestro nel descrivere l’iperattivismo altrui, nemmeno paragonabile al suo: ‘Quando si sveglia, Pozzo si informa subito guardando Sky Tg 24’, fa sapere il ct, dimenticando di essere su un canale Rai. Prosegue il conduttore Franzelli, che quando il compagno di Nibali rivela di amare brani dai toni allegri, capisce male e chiede alla regìa un brano di Allevi. Infine ci si mette Dorotea Wierer, regina del biathlon, che non solo si presenta sul palco col cappellino di Livigno, ma dà appuntamento al collega sportivo per allenarsi nella località valtellinese: proprio lo spot che Anterselva si augurava investendo soldi per ospitare la tappa. Del Pozzovivo ciclista si è detto poco o nulla, a meno che non sia stato un modo allusivo di raccontare uno che va meglio al Giro perché al Tour soffre il caldo (meteorologo), che ha sempre investito bene su se stesso (operatore di borsa), che quando può fare la sua corsa in salita le suona a tutti (musicista): si poteva aiutare il telespettatore con la tecnologia, la cara e vecchia pagina 777 di televideo.