Pello BILBAO. 10. Non sbaglia nulla lui, non sbaglia nulla l’Astana, sono perfetti Martinelli, Shefer e Zanini. Per loro il Giro incomincia solo il 24 maggio, 13a tappa, da Pinerolo a Ceresole Reale, però si portano avanti con il lavoro. Portano avanti anche Pello, che è in ogni caso uno da tenere d’occhio e da temere. Bilbao è entrato nella fuga di giornata, e poi nel finale con il suo scatto vincente le ha dato un senso.
Tony GALLOPIN. 8. Bravo il transalpino, che si fa portare su in classifica generale. Domani c’è una tappa interessante, che potrebbe interessarlo.
Davide FORMOLO. 5,5. Voleva vincere la tappa, ma ci arriva con le gambe dure. Perde il momento di inseguire Pello, sbaglia a inseguire Cattaneo: paga il conto.
Mattia CATTANEO. 7. Doveva provarci, con una rasoiata secca. La dà, ma non gli va bene. Però il bergamasco disputa davvero una grande tappa. Rigenerato.
Andrea VENDRAME. 7. È un altro ragazzo di Gianni Savio. Sono tutti bravi, tutti proiettati a dar battaglia, è chiaro che in casa Androni Giocattoli si respiri aria leggera.
Pascal ACKERMANN. 7. Prima ora a 50 all’ora: vanno tutti come le moto. Già che c’è sgasa a sessanta all’ora sul traguardo volante di Ortona, e si aggiudica i punti per la ciclamino per distacco. E chi lo stacca….
Fernando GAVIRIA. 7. Un dolore al ginocchio lo mette fuori dai giochi e oggi fuori dal Giro. Ma della sua “corsa rosa” resta la signorilità, le parole spese per un amico come Elia Viviani. «Questa tappa l’ha vinta lui», ha detto sul traguardo di Orbetello. Il Giro perde un grande velocista, un signore dello sprint.
Damiano CARUSO. 9. Seguo il ciclismo da anni e so perfettamente che tipo di cotenna hanno i corridori. Abbiamo visto Tom Dumoulin, ferito al ginocchio, che prima di staccarsi il numero dalla schiena le ha volute provare tutte, facendosene un baffo delle raccomandazioni del suo staff medico. Sono fatti così, i corridori. Prendete Damiano Caruso, preziosa spalla di Nibali, che ha smaltito l’influenza in sella alla bici e sotto gli acquazzoni torrenziali. Nulla di nuovo sotto il sole, passano gli anni, ma l’essenza del ciclismo e dei ciclisti resta sempre la stessa: resistere! Sale la febbre? Pazienza, l’importante è che non scenda la catena.