La consegna ieri, alla vigilia della corsa, a Marco Pastonesi, qualcosa di più che un giornalista, ma un vero cantore del ciclismo. Parliamo dell'Appennino d'argento il riconoscimento che dallo scorso anno l' U.S. Pontedecimo ha voluto istituire per premiare un giornalista che ha contribuito a rendere grande il Giro dell'Appennino. La prima edizione era andata a Paolo Colombo de La 7 che ieri con gioia ha passato il testimone a Pastonesi.
"La consegna del premio ad un collega così bravo mi rende ancora più felice di essere stato il primo a iscrivere il nome nell'albo d'oro". Da sempre l'Appennino viene definita l'ultima corsa in "bianco e nero", pur guardando al futuro, è legata come poche al suo grande passato a cominciare dal mitico Passo della Bocchetta. Da Fausto Coppi a Felice Gimondi tanto per fare due nomi che hanno tagliato per primi, da soli, il traguardo di piazza Arimondi a Pontedecimo. Pastonesi è il giusto cantore della corsa, uno che come pochi, sa soffermarsi non solo sui protagonisti, ma anche sui comprimari.
E' un piacere leggerlo quando racconto di ciclisti ormai sconosciuti al grande pubblico negli anni Sessanta, anni d'oro per il ciclismo e il Bel Paese. Semplici gregari abituati ad un lavoro duro ed essendo l'Appennino una corsa dura, il lavoro diventava ancora più duro. Pastonesi non ne dimentica uno, riesce a scovarli oggi e farsi raccontare cos'è successo ieri. Per chi lo legge è come riavvolgere il film dei ricordi. Magari ti assale anche un po di malinconia in quanto capisci che è passato tanto, troppo, tempo. Però la penna di Marco così sensibile e attenta, in un mondo dove sensibilità e attenzione sono diventata merce rara, ti solleva, ti rende leggero, ti fa entrare nella vita dell'atleta. Non sembra di leggere un articolo, pare di essere in salotto, insieme all'intervistato e all'intervistatore, seduti, magari con un buon bicchiere di vino in mano dopo aver accuratamente spento il cellulare. Questo per chi ama il ciclismo è Pastonesi e sono le sue storie, l'Appennino d'argento è più che meritato.
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