di Pier Augusto Stagi -
Philippe GILBERT. 10 e lode. Era dai tempi di Sean Kelly (corridore immenso l’irlandese, voto 11) che non c’era un protagonista del nostro tempo capace di vincere quattro Monumenti su cinque. Monumentale Gilbert, che a 36 anni si porta a casa, dopo Fiandre, Liegi e Lombardia un’altra gemma da mostrare nella sua personalissima collezione di preziosi. Un principe per la “Regina”. Un principe del pedale che dà lustro a se stesso, ai lupi affamati di Lefevere (voto 12) e a tutto il movimento. Vince con forza e acume tattico. Perfetto in ogni fase della corsa: e che corsa. Da far vedere e rivedere nelle scuole di ciclismo. Lucidità tattica, quel sano senso di egoismo, che poi è rivelatore di forza. Lampaert attaccato, staccato, ma chi ne ha di più? Chi sta meglio? Chi ha quel qualcosa in più? Il principe che, in questo caso non cerca moglie, ma una “Regina”, da stringere all’arrivo. Sarà pure una donna di pietra, ma che fascino.
Nils POLITT. 9. Il 25enne corridore tedesco della Kastusha Alpecin, quinto al Fiandre e settimo alla Roubaix di un anno, fa conferma d’essere atleta avvezzo a questo tipo di competizioni. Le ha nelle corde. Sono cosa sua, su questo non ci sono dubbi. È “solo” secondo, ma ha tutto per colmare il gap nei prossimi anni. Su questo credo che non ci siano dubbi.
Yves LAMPAERT. 8. Il campione del Belgio fa corsa d’avanguardia, sempre nel vivo dell’azione, ma nulla può davanti allo strapotere del suo compagno di squadra, del Principe delle Ardenne, il vallone di Verviers Philippe Gilbert. È terzo, ma va bene anche così
Peter SAGAN 5,5. Perfetto fino a 20 km dal traguardo, quando molti lo vedono chiaramente favorito per il successo finale. Poi si spegne la luce, e c’è ben poco da dire. Arriva quinto: per lui è un insuccesso, per noi italiani sarebbe stata tanta roba.
Florian SÈNÈCHAL. 7,5. Ottima prova del 25enne francesino della Deceuninck-Quick Step. È uno specialista delle classiche del Nord, è il nuovo che avanza: e lo fa spedito.
Mike TEUNISSEN. 7,5. Interessante anche questo 26enne ragazzo olandese che viene dal cross. Buonissimo settimo posto per l’uomo del Team Jumbo-Visma: lo rivedremo.
Zdenek STYBAR. 4. Un ottavo posto che è davvero poca cosa per chi da settimane è sempre dato tra i grandi favoriti, se non il favorito assoluto. Anche oggi, come domenica scorsa al Fiandre, è il vero sconfitto di giornata.
Evaldas SISKEVICIUS. 6,5. Ha 30 anni il lituano della Delko-Marseille Provence-KTM. Ama lo sterrato, visto che viene della mtb, e si porta a casa un ottimo piazzamento nei dieci.
Sep VANMARCKE. 5. Il 30enne corridore belga della EF Education First non vive una giornata felicissima, a alla Roubaix si deve mettere in conto il fatto che di situazioni negative ce ne sono parecchie. Lui però non è baciato da una giornata super.
Stefan KUNG. 6,5. Il 25enne svizzero della Groupama è un passista eccezionale, e come tale si conferma. Decimo all’arrivo: è un punto di partenza.
Greg VAN AVERMAET. 4. Assieme a Stybar è il grande sconfitto. Corre con il vento in faccia, fin troppo. Sempre ad inseguire, con trenate folli più di rabbia che di testa. Ha esperienza da vendere, ma oggi non si percepisce. Vince il nervosismo.
Oliver NAESEN. 5,5. Non vive una giornata di luce, piuttosto in ombra.
Henrich HAUSSLER. 5,5. Il corridore del Bahrain Merida lotta con tutte le sue forze, ma non raccoglie molto.
Arnaud DEMARE. 5. Chi l’ha visto?
Dylan VAN BAARLE. 4. Squadra molto distratta, anche nel momento della prima fuga vera di giornata. Poi mai nel vivo della corsa.
Wout VAN AERT. 5,5. Nella Foresta è rallentato da un guasto meccanico, cambia la bicicletta con un compagno di squadra e rientra da campione, prima di fermarsi nuovamente per prendere la bici di scorta e malamente finire per le terre: non bene per uno che ha motore, ma deve imparare a gestirsi meglio, con meno foga e esuberanza. Alla fine non ha più benzina: strano…
Alexander KRISTOFF. 5. Non è risparmiato dalla malasorte. Gliene succedono di ogni, ma pare poco reattivo. Giornata no
Daniel OSS. S.V. Cade quando al traguardo mancano più di cento chilometri. Dopo aver contribuito per due anni consecutivi a portare al successo il proprio capitano (Van Avermaet prima e Sagan poi) questa volta i piani - e lui – saltano per aria.
Davide BALLERINI. 6,5. È alla sua prima Roubaix ed è il primo degli italiani: 31° a 4’25” da Gilbert. Corre con grande intensità e generosità. Nel finale è ancora lì con i migliori, poi paga la fatica: se la paga Sagan, figuriamoci lui.
Matteo TRENTIN. 5,5. Il campione d’Europa non è fortunatissimo, soprattutto in occasione della fuga dei ventitré che lo vede in avanscoperta. Poi buca, deve cambiare la bici, perde tanto per colpa del cambio ruote, ed è costretto ad inseguire e nel finale paga dazio e si dissolve come polvere di carbone.
Gianni MOSCON. 4. Lo sapevamo che non era in palla, che non avrebbe avuto alcuna chances, ma si sperava in qualcosa di più: arriva 84° a 15’51”
Edoardo AFFINI. 6,5. Il 22enne ragazzo mantovano porta a termine la sua fatica. Arriva novantanovesimo a 24’12”: ma arriva
Filippo FORTIN. 6. Ultimo posto per il 30enne veneziano. Centesimo a 27’17”. Ma per il corridore della Cofids arrivare al velodromo è già molto
Joseph ARERUYA. 7. Giornata storica per il 23enne ruandese di Kigali, che quest’oggi in maglia Delko Marseille ha regalato all’Africa la prima partecipazione nella “Regina delle classiche”. A cento chilometri dal traguardo assapora anche l’amaro della caduta. Ma questa corsa è paradigma della vita: la differenza la fa solo chi ha la forza di rialzarsi.
Michael GOOLAERTS. 28. È stato ricordato nel secondo tratto, quello da Briastre a Viesly, da quest'anno a lui intitolato. Il ventitreenne belga che in quel settore perse la vita lo scorso anno a causa di un malore, non è stato dimenticato. La “Regina è inferno, ma anche paradiso.