Sono velodromi verticali o cornici orizzontali, nel senso dell’orizzonte. Sono mulattiere militari o scalinate laiche. Sono diagonali alpine o traiettorie appenniniche. Sono valichi vegetali o forcelle minerali. Sono ascensioni muscolari o ascese polmonari. Sono traguardi spirituali o arrivi religiosi. Sono sfacchinate a due ruote o sgobbate con la tripla corona.
Le salite sono la prova dell’esistenza del dio del ciclismo e della resistenza del popolo della bicicletta. Non c’è fatica, non c’è sacrificio, non c’è neppure dolore che possano annacquare il piacere di pedalare puntando in alto: l’alto dei tornanti, delle montagne, dei cieli. Osanna. Una forma di sofferenza – fiato, cuore, polpacci - al limite della espiazione, ma anche una gioia al limite della felicità.
Così si spiega la sconfinata lotta nel non mettere piede a terra se non in cima, là dove le salite, rovesciando finalmente il punto di vista, assomigliano terribilmente alle discese. Una ricompensa, tutto sommato, non pareggiabile con la stima, l’orgoglio, la gratitudine, l’appagamento guadagnati scalando, arrampicando, anche arrancando. Con i conseguenti viaggi onirici, nel tempo, nello spazio, nella fantasia, nei sensi.
Per dire che Albano Marcarini sa tutto questo. E “Tempo di salite” (Rossolis, 292 pagine, 39 euro) nasce proprio da questo modo di concepire la vita, che è molto più di una filosofia o di uno stile o di una voglia o di una curiosità o di un istinto. E’ una specie di aspirazione: letteralmente aspirati da una meta altimetrica.
Stavolta Marcarini racconta, descrive, analizza 27 passi alpini e prealpini (e 32 salite) dell’Alta Savoia, Vallese e Valle d’Aosta, che hanno irrobustito la storia del Giro d’Italia, del Tour de France, del Giro di Svizzera, del Giro di Romandia e del Giro del Delfinato. L’elenco suona quasi come una poesia, o una preghiera: Col de Cou, Col de Feu, Col du Corbier, Col du Grand Taillet-Tréchauffé, Mont Salève (da Annemasse, da la Muraz e da Collonges), Pas de Morgins, Col des Planches, Col des Glières (da est e da ovest), Col de la Croix-Fry, Col des Aravis, Col de la Forclaz, Col de la Ramaz, Col de la Colombière, St-Barthélemy, Col de Joux, Col du Lein, Col St-Pantaléon, Col de Joux Plane, Col de la Joux Verte, Col de la Croix, Col de Portes du Culet, Colle San Carlo, Passo del Sempione, Grimselpass, Colle del Piccolo San Bernardo (da Séez e da La Thuile), Sanetschpass/Sénin (da Sion e da Conthey) e Colle del Gran San Bernardo. Con tanto di foto, mappe, cartine, schede, cifre. Tutte le informazioni indispensabili per i pellegrini – ascendenti, ascetici, ascensionali – che si vogliono guadagnare i paradisi terrestri con le proprie gambe.
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