Dopo tanti appelli rimasti inascoltati, l'Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani mobilita il "gruppo" per far ascoltare la voce degli utenti deboli della strada. Nel ricordo di Michele Scarponi, i suoi colleghi hanno lanciato su change.org una petizione per la tutela della vita di tutti coloro che utilizzano la bicicletta.
Negli ultimi anni, in Italia, il numero degli incidenti che causano la morte o lesioni permanenti tra tutti coloro che usano le due ruote per spostarsi o praticare attività sportiva, è in costante aumento. Per fermare questa strage quotidiana, i ciclisti italiani chiedono al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte di:
– definire le sanzioni all’interno della Legge 366 del 19/10/1998 per gli enti che non provvedono a realizzare percorsi ciclabili nel caso di strade di nuova realizzazione o manutenzioni straordinarie come previsto dall’Art. 10 della stessa;
– definire una distanza minima di 1,5 metri per il sorpasso dei velocipedi all’interno dell’art.148 del codice della strada, in sostituzione del termine “distanza adeguata” citato nello stesso;
– definire misure minime di sostegno psicologico alle vittime e ai loro parenti durante tutto il percorso post trauma; riconoscere tale percorso come patologia con i diritti economici, di lavoro e di tutela che ne conseguono; modificare il codice di procedura penale esistente assicurando ai parenti delle vittime di poter partecipare a pieno titolo al processo penale conseguente; l’adeguamento delle tabelle di indennizzo per le vittime che subiscono danni permanenti, l’istituzione di un percorso di sostegno psicologico e i loro familiari a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Il prossimo fine settimana l'Assocorridori lancerà ufficialmente questa iniziativa a Rovereto (TN) in occasione della presentazione del Safety Tour 2019, progetto rivolto all'educazione stradale dei bambini, e al Cosmo Bike Show di Verona, insieme alla Fondazione Michele Scarponi, alla Marina Romoli Onlus e alle altre realtà unite dalla voglia di strade più sicure. Per tutti.
Firma anche tu la petizione "Siamo sulla stessa strada: rendiamola sicura".