Domenico Pozzovivo sarà anche quest’anno al fianco di Vincenzo Nibali come colonna portante dell’organico della Bahrain Merida, pronto a entrare in azione a supporto del capitano e, quando ci sarà la possibilità, da solo. Abbiamo chiacchierato con l’esperto e prezioso scalatore al termine della presentazione della squadra per il 2019.
A fondo pagina il file audio da ascoltare
Le tue sensazioni a caldo con il debutto della nuova Bahrain Merida?
«La squadra è cresciuta a livello di talenti, con innesti importanti che si faranno valere. Ne troverò molti al Tour Down Under dove inizierò la stagione. In questi giorni stiamo lavorando per amalgamarci e lavorare in maniera proficua. Ho sensazioni buone, ho speso il periodo di recupero dedicandomi anche allo studio e cercando di stare a casa, perché con tutte le gare e i ritiri per me è un po’ una vacanza».
Quali esami hai dato e come sono andati?
«Il mio corso è Scienze motorie, ho dato due esami sulla didattica del movimento umano. Altri due step che andati bene con un 24 e un 29, che è un po’ il voto della beffa, sembra quasi uno dei tanti miei secondi posti. Sono poco oltre la metà dei tre anni del percorso»
Quanto è importante l’arrivo di Caruso?
«Saremo un po’ la guardia di Vincenzo nelle tappe importanti e sulle salite più dure. Damiano ha un’esperienza d’appoggio a leder importanti e ha ottenuto risultati personali notevoli. Ha un profilo simile al mio e speriamo di lavorare bene insieme per aiutare Vincenzo al Giro».
Un tuo obiettivo personale per questo inizio stagione?
«Di iniziare bene al Down Under magari con una top 10 come mi chiede la squadra. I programmi dettagliati non ci sono ancora, ma cercherò di ritagliare il mio spazio in una corsa a tappe prima del Giro possibilmente e dopo, se come sembra, dovrei avere la possibilità di essere leader alla Vuelta».
E quando pensi all’ingresso della McLaren?
«Parliamo di tecnologia portate al massimo livello, all’esasperazione della formula 1. Il ciclismo credo sia lontano da quei livelli, ma anche solo portarne una parte sarebbe un vantaggio da sfruttare. Sono sicuro che siano entrati nel nostro mondo per portare il loro know-how».
I dettagli possono fare la differenza
«I famosi marginal gain, il ciclismo è come tutti gli sport di alto livello della nostra epoca si gioca su piccole percentuali che determinano successi e insuccessi. Tutto sta nell’introdurre novità che siano proficue».
La stimolazione transcranica rientra nei marginal gain?
«Certamente è una tecnologia molto interessante, per nulla invasiva, per ottimizzare le nostre capacità, in particolare della corteccia. Mi sono trovato bene, abbiamo agito soprattutto su protocolli che implicavano la capacità di rilassarsi e distendere la muscolatura durante il massaggio. Questo perché nelle corse a tappe è fondamentale il recupero. Io ne ho tratto giovamento e il nostro medico Pollastri e il centro di Torino stanno sviluppando nuovi usi che cercheremo di applicare
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