Thibaut PINOT. 10. Ha l’Italia nel suo destino, sin da dilettante, ma ce l’ha anche sulla pelle, visto che ha un tatoo che nella lingua di Dante recita «Solo la vittoria è bella». È un amore corrisposto: lui ci ama, e noi gli vogliamo un mondo di bene. Se sconfitta doveva essere, meglio che sia lui a gioire e a godere. Vince il Lombardia, primo francese a farlo 21 anni dopo Laurent Jalabert. Quella di oggi è la sua quinta vittoria stagionale, la numero 26 in carriera. Tante, tantissime sulle strade di casa nostra. Bravo il nostro Tibaldo Pinotto. Bravo all’italiana, che poi è anche francese.
Vincenzo NIBALI. 9. Perde, ma vince. Quando sembra evaporare un più che meritato podio, ecco che Enzo s’inventa la pedalata del campione. L’accelerazione che non ti aspetti. Il colpo di classe per uno che è nato per fare il ciclista. Secondo alle spalle di Pinot, ma Enzo non è secondo a nessuno. È unico: è una monade ciclistica. Che testa. Che tenacia. Che classe. Non finirò mai di applaudirlo e ammirarlo, per quello che riesce a fare e per quello che spero continui a fare in futuro per quanti amano questo sport. Gli hanno proposto un anno di contratto, fino al 2020: se solo avessi i soldi, me lo comprerei io.
Dylan TEUNS. 7. Corsa di grande regolarità e fatica. Resta sempre nel vivo della corsa, che è a eliminazione. E lui ne elimina tanti.
Rigoberto URAN. 5. Fa lavorare come un musso il povero Martinez, che tiene il gruppo Valverde a 40” fino al Civiglio. A quel punto si dovrebbe muovere uno fra lui e Woods, ma il colombiano invece resta lì ad aspettare. E chi troppo aspetta…
Tim WELLENS. 6,5. Il belga corre un grande Lombardia, ma le energie sono quelle che sono.
Rafal MAJKA. 6,5. Non vive una giornata di grazia, ma prova a fare qualcosa di importante più di testa che di gambe: e ci riesce.
Daniel MARTIN. 6,5. Fa vedere una delle cose più belle di questo Lombardia, partendo sul Civiglio quando però i giochi sembrano ormai fatti.
Alejandro VALVERDE. 5. Il campione del mondo non dà mai l’idea di essere in palla. Subisce il Sormano, ma anche il Civiglio. Pensavo che sfruttasse, come è solito fare, l’«effetto rettiliano», simulare come i rettili la morte, per poi scatenare l’aggressione quando meno te lo aspetti: il Valverde di oggi non era morto, ma non stava nemmeno benissimo.
Primoz ROGLIC. 5,5. Ci prova presto, dopo 200 chilometri di corsa, sul Muro di Sormano. È lui a dare il via alle danze, ed è su di lui che si portano Nibali e Pinot. Poi lo sloveno si spegne. Gli manca benzina nel serbatoio. Lui viene dal salto, e salta.
Egan BERNAL. 6,5. Fa una grande corsa, fino a 20 km dal traguardo, poi paga una condizione che non è ottimale dopo l’incidente. E ci sta.
Franco PELLIZOTTI. 10. Dico di lui perché lo merita, perché oggi scende di bicicletta, dopo una carriera esemplare di grande sostanza e di grande profitto. Corridore serio e appassionato. Non per niente la Bahrain che oggi è stata semplicemente perfetta (Pozzovivo, Ion Izaguirre, etc voto 8) non se lo lascia sfuggire e il prossimo anno Franco sarà ancora in gruppo, stavolta sull’ammiraglia.
Romain BARDET. 5. Sul Muro di Sormano è costretto a mettere piede a terra, rallentato da un tifoso, ma l’idea che ho avuto è che il transalpino fosse al limite, con gli occhi fuori dalle orbite e le gambe ammorbate dall’acido lattico. È stato chiaramente rallentato, ma lui era già quasi fermo.
Umberto ORSINI. 8. Il 23enne empolese della Bardiani CSF cresciuto alla Mastromarco e alla Colpack è uno dei grandi protagonisti di questo Lombardia. Nipote d’arte, con un nome e un cognome da grande attore (Umberto Orsini, oggi 84enne, è uno dei grandi del teatro), ha il sogno di ripercorrere almeno in parte il cammino di zio Andrea Tafi, grande gladiatore del ciclismo italiano degli Anni Novanta, l’ultimo a trionfare nel secolo scorso alla Roubaix. Il ragazzo ha talento e lo si vede ad occhio nudo. Si prende il traguardo del Ghisallo, che significa storia, leggenda e mito per chi ama il nostro sport. Non c’è da scomodare nessuno e nessuno chiede a Umberto la luna, ma il ragazzo ha stoffa e ampi margini di miglioramento, l’importante è che mantenga la stessa passione e umiltà. La strada da fare è davvero tanta, ma la forza per percorrere il cammino ce l’ha.
Alessandro TONELLI. 7,5. Rende ancor più grande la prestazione della Bardiani CSF di Stefano Zanatta. Il 26enne bresciano si inserisce nella fuga buona di giornata con Davide Ballerini (Androni Sidermec), Florian Sénéchal (Quick Step Floors), Franck Bonnamour (Fortuneo Samsic), Jonathan Restrepo (Katusha Alpecin), Michael Storer (Sunweb) e Marco Marcato (UAE Team Emirates) e poi resta costantemente là davanti. È ragionevole pensare che oggi Bruno e Roberto Reverberi, patron del team, siano più che soddisfatti dei loro ragazzi.
Davide BALLERINI. 7. Il 23enne canturino è chiaramente uno dei volti nuovi della stagione 2018 come del resto la sua Androni Giocattoli Sidermec, che è stata la ‘piccola’ più aggressiva. La piccola più continua. La piccola più affamata. La piccola più grande. Il voto non è tanto e solo per oggi, ma per tutto.
SPORTIVI LOMBARDI. 8. Non voglio fare differenze di genere, però oggi sul Muro di Sormano abbiamo assistito ad un gran bello spettacolo, sia tecnico che sportivo, dove gli appassionati lariani, lombardi e italiani, hanno dato una lezione di passione e compostezza che in tanti – sulle strade del Tour - si sognano.