L'eco iridata non si è ancora spenta e Maurizio Giorgini, diesse di Amore&Vita – Prodir, si unisce alla soddisfazione di Ivano e Cristian Fanini per la medaglia di bronzo conquistata domenica scorsa da Michael Woods ai Campionati del Mondo su strada di Innsbruck in Austria.
«Lo ricordo ancora con tantissimo entusiasmo e spesso ci sentiamo. Rivederlo ad Innsbruck giocarsi la vittoria nel mondiale mi ha fatto davvero commuovere – spiega Giorgini –: nel 2014 seppur fosse alle prime esperienze tra i professionisti (anche perché fino a pochi mesi prima faceva atletica leggera ed era uno dei più forti mezzofondisti nordamericani) e avesse non poche difficoltà nello stare in gruppo, dimostrò ugualmente di essere già uno scalatore eccezionale. Ricordo come fosse ieri la tappa di Sogliano al Rubicone della Settimana Coppi e Bartali: lì fu la prima volta che impressionò tutti per come andava forte in salita. Fece una gran selezione e portò via un gruppo, solo i migliori restarono con lui. La tappa la conquistò l’inglese Kennaugh del team SKY (che al mondiale era davanti fino alla salita conclusiva) ma Woods fu davvero grande protagonista e avrebbe potuto vincere se non fosse caduto in discesa negli ultimi chilometri fratturandosi uno zigomo ed essendo quindi costretto al ritiro (e per giunta si sarebbe già aggiudicato la maglia di miglior scalatore). Poi una delle più belle emozioni ce le regalò in Canada nella tappa più dura ed importante del Tour de Beauce, quella di Lac-Mont Mègantic. Quel giorno diluviava e faceva un freddo pazzesco: Woods attaccò la salita con quasi tre minuti di ritardo dal lettone Toms Skujins (oggi portacolori del team Worldtour Trek – Segafredo) che si trovava già in fuga. Fece una vera e propria crono scalata e riuscì a recuperare quasi tutto lo svantaggio con un’azione alla “Pantani”. Purtroppo non riuscì nell’impresa di vincere per soli un centinaio di metri ma quello fu un secondo posto che valeva più di un successo, soprattutto per l’altissimo livello della sua performance. Ci regalò infatti una prestazione da “pelle d’oca”, la stessa che ho provato al mondiale vedendolo scandire il passo su tutto lo strappo “dell’Inferno” con a ruota Valverde, Bardet e Moscon. Secondo me in salita è stato il più forte e se quella salita l’avessero fatta due volte anziché soltanto nel finale, li avrebbe potuti staccare tutti, Valverde compreso».
Maurizio Giorgini, 59enne di Ronta di Cesena, ex ciclista (nelle categorie giovanili) è lo storico diesse di Amore & Vita sin dal 2002. Prima di dirigere il team di Fanini, è stato direttore sportivo n seconda del team francese Cofidis alla Vuelta Espana 1998, l’anno in cui il compianto fuoriclasse belga Franck Vandenbroucke sfiorò la vittoria nella classifica generale (conquistata da Abraham Olano). Dopo di che è stato aiuto diesse della Mercatone Uno di Marco Pantani dal 1999 al 2001 al fianco di Amadori, Magrini e Martinelli. Sposato con Morena, è padre di due figli - Omar (che in passato è stato un ottimo atleta nella categoria Juniores e che oggi guida l’azienda di famiglia) e Maicol - e nonno di due bambini. Anche il prossimo anno rimarrà in forza come direttore sportivo all’Amore & Vita – Prodir per la 18a stagione consecutiva: un vero e proprio record per un direttore sportivo con la stessa formazione. In tutti questi anni trascorsi in A&V ha colto oltre 100 successi, tra i principali vanno ricordati quello del Memorial Marco Pantani 2017 con Marco Zamparella, una tappa al Coppi e Bartali nel 2009 con Yuri Metlushenko, diverse tappe alla Settimana Lombarda 2006 e 2007 con Graziano Gasparre ed Ivan Quaranta, il GP Filadelfia 2008 con Metlushenko, varie tappe al Tour de Beauce nel 2008 e 2014 con Martinez, Metlushenko e Pinizzotto, il Tour de Vendee 2005 con Jonas Ljungblad, la Boucle de la Majenne 2004 con Kuchinsky ed Giro del Medio Brenta 2003 con Niemiec.
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