
Il nuovo Giro d’Italia sarà presentato a fine di questo mese: lunedì 29 o mercoledì 31 ottobre. Sappiamo già che partirà sabato 11 maggio da Bologna, con una suggestiva cronoscalata su fino a San Luca. L’arrivo il 2 giugno a Verona, con una cronometro che terminerà all’interno dell’Arena.
Detto questo possiamo dire che sarà un Giro selettivo e duro. Con Gavia e Mortirolo, e l’iconica Cuneo-Pinerolo, la tappa delle tappe. Particolarmente dura sarà anche la penultima fatica che i corridori dovranno affrontare prima di approdare a Verona. Si parla di Cima Campo, Manghen e Rolle, ma probabile anche un arrivo da far tremare i polsi in cima al Croce d’Aune, dove Getulio Campagnolo, detto Tullio, ebbe l’intuizione del cambio manuale che cambiò il mondo della bicicletta. È proprio su questa asperità che l'11 novembre 1927 questo giovanissimo appassionato di ciclismo e di meccanica, una volta in difficoltà su quelle strade, nel tentativo di rimuovere la ruota posteriore (andava girata per cambiare il rapporto), fra diverse imprecazioni, pronunciò una frase in dialetto vicentino che è andata a far parte delle leggende del ciclismo: «Bisogna cambiar qualcossa de drio», bisogna cambiare qualcosa dietro. E cambiò il mondo.
Probabile che questa frazione, che potrebbe terminare sullo sterrato, possa anche dare una forma definitiva e inappellabile alla classifica del Giro d’Italia numero 102. Anche se il giorno dopo c’è pur sempre una cronometro sulle strade di Verona.
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