Nove. E nuove. Nove biciclette nuove sono state regalate dall’Associazione Roma ciclismo ai giovani pazienti, settore trapiantati, dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Ragazzi tra i sei e i 20 anni: cinque sottoposti a un trapianto di rene, due a un trapianto di fegato e due a un doppio trapianto (fegato-rene e fegato-intestino).
Perché la bicicletta è una bambina, e rende bambini, e fa tornare bambini, e probabilmente ha la sindrome di Peter Pan. Perché la bicicletta è gioco e sport, è libertà e autonomia, è riabilitazione e gratificazione. Perché la bicicletta è volare con le proprie gambe, è veleggiare a due ruote, è pagaiare con il manubrio. Perché la bicicletta è prendere aria e riprendere confidenza, è portare pazienza e riportare calma, è dare sfogo e ridare fiducia. Perché la bicicletta è convalescenza, guarigione, salute. Perché la bicicletta è passo, compasso, sorpasso. Perché la bicicletta è una lenta fretta e una frettolosa lentezza, è una testimonianza in diretta e un’eredità perfetta. Perché la bicicletta insegna a sudare, aiuta a campare, spinge a respirare. Perché la bicicletta – anche se non sembra, anche se non suona – fa rima con mondo e girotondo, con meta e pianeta, con traguardo e sguardo. Perché la bicicletta è pane e acqua, pane e vino, pane e salame, è pane quotidiano, ma se anche fosse settimanale andrebbe bene comunque. Perché la bicicletta è una favola itinerante, una filastrocca viandante, una poesia ambulante. Perché la bicicletta è l’equilibrio nel movimento, dunque il movimento dell’equilibrio. Perché la bicicletta è un’ispirazione rinascimentale, un moto risorgimentale, un partito (pronti-via) rivoluzionario. Perché la bicicletta è una buona causa, una buona azione, una buona opera. Perché la bicicletta è sempre un buon giorno.
Perché la bicicletta è vita.
Così nove biciclette nuove sono, valgono, equivalgono a nove vite nuove.
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