Thibaut PINOT. 10 e lode. Perfetto, in tutto e per tutto. Si lancia all’inseguimento di Kruijswijk e Simon Yates, e poi rilancia. Insegue la sua seconda vittoria in questa Vuelta (24esima in carriera), ma ottiene molto di più: l’affetto del grande popolo del ciclismo. Lui ama l’Italia, a noi italiani non è assolutamente indifferente. E poi ammettiamolo: è l'«italiano» più pimpante del momento.
Simon YATES. 10. Ogni scatto è letale, poi pedala agile, con assoluta facilità, girandosi indietro quasi sorpreso di aver fatto il vuoto. Rispetto agli altri, che lottano e sputano sangue, lui sembra giocare. Saltella sui pedali, come un bimbo che è sbucato per caso negli ultimi chilometri e si è trovato in mezzo al suo sogno. Ma questo Yates, il sogno, ce l’ha ormai tra le mani.
Steven KRUIJSWIJK. 8. Fa una corsa di grande sostanza, inseguendo il grande colpo, inseguendo Simon Yates. Poi nel finale accusa un po’ la fatica, il ritmo forsennato del britannico, ma si gestisce alla grande e chiude con un terzo posto che gli vale il podio.
Rigoberto URAN. 7. Non è brillantissimo, ma c’è eccome. Va più forte di tanti altri, fa più male di molti che qui erano venuti per rifilar fendenti. In chiave Innsbruck, uno scaltro e tosto come lui, è pericolosissimo.
Miguel Angel LOPEZ. 6,5. Da quello che ha, che è ancora molto, ma non sufficiente per fare la differenza. Resta in zona podio, distante una trentina di secondi. Domani se lo giocherà.
Enric MAS. 6,5. Corsa di grande umiltà e lucidità. Non fa una pedalata fuori posto. Sa quello che ha nelle gambe e si gestisce.
Alejandro VALVERDE. 5,5. Ce la mette tutta, proprio tutta, come solo i campioni. Pedala con l’acido lattico fin sopra i capelli, ma prova a limitare i danni. Tappa che punta all’insù, sopra i duemila, e a don Alejandro non tremano le gambe, ma gli gira la testa.
Tony GALLOPIN. 6. Tiene la posizione, tiene la top ten.
Nairo QUINTANA. 5,5. Dà tutto quello che ha, e in questo momento non è moltissimo.
Alessandro DE MARCHI. 6,5. È forse l’azzurro che sta pedalando più forte, uno dei grandi punti di forza della squadra azzurra che verrà (lunedì presentazione a Milano) di Davide Cassani. È un gladiatore, un osso duro, un faticatore nato, un ragazzo e un uomo sul quale puoi sempre contare. Lui conta, ma non è un numero.
ION IZAGUIRRE. 6. Corsa di resistenza per resistere nella top ten.
Emanuel BUCHMANN. 5,5. La terza settimana lo sta mettendo a dura prova: è dura.
Fabio ARU. 7. Parte febbricitante, e non è come dirlo. Morale sotto i pedali, botte da tutte le parti e temperatura che segnala un’avaria fisica. Non ha più nulla da perdere, e così decide di tirare dritto e non darsi per vinto. Si sciroppa una delle tappe più logoranti di questa Vuelta. Aveva una via d’uscita, per trovare un po’ di pace. Ma a Fabio la parola ritiro non la vuole più pronunciare
Vincenzo NIBALI. 6. Lo ripeto da settimane e giorni, quello che ha fatto e sta facendo Vincenzo è già eccezionale. Nel ciclismo e nello sport di vertice non ci s’inventa. La condizione migliora e migliorerà, e oggi fa quello che in questo momento le sue gambe gli consentono: non tantissimo.Ma domani qualcosa proverà ancora a inventarsi.
Benjamin THOMAS. 7. Il ragazzo della Groupama-FDJ va all’attacco con Jonathan Castroviejo (Team Sky). Non è facile trovare la fuga, anche perché volano via a cinquanta all’ora. Poi fanno quello che possono.
Peter SAGAN. 4. Al via riceve la visita e i complimenti da un grande campione del motociclismo come Marc Marquez, quattro volte mondiale nella Moto GP. Fonte d’ispirazione per il fuoriclasse slovacco che insegue il poker.