Oscar RODRIGUEZ. 10. Che dire? Ha fatto un numero di alta scuola questo 23enne navarro della Euskadi Murias. Torna su Majka con grande facilità e senza nemmeno rifiatare fila via a doppia velocità, come se il polacco si fosse imbrocchito tutto d’un colpo. Vince la sua prima corsa da professionista, con sicurezza e autorità. Vittoria di un carneade o di un potenziale campione? Domani e dopo due tappe che possono darci subito una risposta.
Rafal MAJKA. 6,5. Gli allibratori sono già pronti a pagare le quote. La tappa sembra disegnata per lui, e il polacco sembra davvero il dominatore incontrastato. Parte, accelera, controlla, rifiata, riparte: fa tutto giusto. Ma lo fa senza tener conto di Oscar, che lo raggiunge e va. Chi ci avrebbe scommesso?
Dylan TEUNS. 7. Bravo a gestirsi, su una salita dura e carogna, con strappi terribili, che bisogna conoscere, dosare, gestire, con intelligenza e pazienza. E lui lo fa.
Merhawi KUDUS. 6. Il 24enne eritreo è baldanzoso, fin troppo. C’è da chiedersi se qualcuno gli ha spiegato la salita, se conosce le pendenze, se conosce se stesso. Lui parte e va, all’inseguimento di Majka, come se stesse per fare una gita fuori porta. Poi va fuori giri, ma questo è un altro discorso.
Laurens DE PLUS. 7. Prende le misure, prende anche qualche botta al mento, ma il ragazzo c’è e cresce: bene.
Jesus HERRADA. 7. Difende la sua maglia rossa con i denti, e non è un fatto così scontato. Si difende, in una tappa che ti può mandare al tappeto. Lui barcolla, e anche molto, ma non molla: nulla.
Edward RAVASI. 6,5. Via di prima mattina con il grosso del gruppo con Majka e compagni. Alla fine chiude con un più che positivo 9° posto, a 1’25” dal vincitore. È tutta esperienza. È tutta fatica che torna utile.
Nairo QUINTANA. 6,5. I Movistar lavorano con grande impegno, poi il colombiano parte proprio nel finale, con il solo Simon Yates alla ruota. Si accontenta di prendergli le misure. Domani e dopo sistemerà la pratica? Ah, saperlo…
Simon YATES. 6,5. Non è baldanzoso come nelle prime due settimane del Giro, ma è forse più concreto, anche se non dà l’idea di grande solidità. Però anche oggi è l’unico a tenere il passo di Quintana, al quale deve lasciare qualche secondo proprio sul traguardo. Se non salta, e continua a muoversi con grande attenzione e lucidità, può andare davvero lontano.
Miguel Angel LOPEZ. 7. Sul più bello, il brutto di una foratura, che lo costringe a fermarsi, cambiare ruota e ripartire: perde pochissimo. Per questo per me oggi lui ha vinto.
Nicola CONCI. 8. Il pupo della Trek Segafredo si butta nella fuga di giornata con Mollema e Fabio Felline. Lavora sodo il trentino, con grande impegno e determinazione. Ha solo 21 anni, è davvero un bimbo, ma si muove con grande sicurezza e quello che fa lo fa con assoluta naturalezza. Meglio di tanti. Ma tanti tanti.
Fabio ARU. 5,5. Fatica, e fatica anche oggi. Perde quattro posizioni in classifica generale, e scivola al 17° posto, a 4’19” dalla maglia rossa. Però mi sembra sul pezzo. Prende botte, ma va. Molto probabilmente nelle sue gambe manca qualche watt nei momenti più esplosivi, quando la corsa esplode davvero, come oggi nel finale, ma la centralina c’è. E io che mi sforzo a guardare il bicchiere mezzo pieno, dico a Fabio: non mollare. Avanti così.