Se la bicicletta è resistenza, nessuno meglio di lei, che ha fatto il giro del mondo in bici: 29430 chilometri, 144 giorni, più di 200 chilometri al giorno, forse 25 chilometri all’ora, e poi 22 Paesi, 24 dogane, 12 fusi orari, e poi deserto e montagne, alluvioni e tsunami, e anche un incidente stradale in Arizona che stava per spezzarle, oltre alle ossa, anche il sogno.
Se la bicicletta è sicurezza, nessuno meglio di lei, che ha fatto il giro d’Italia un giorno prima del Giro d’Italia denunciando e spiegando, raccontando e raccomandando: dall’Etna allo Zoncolan, e infine a Roma, stesse strade e stessi chilometri, stesse partenze e stessi arrivi dei professionisti, e poi incontri e appuntamenti, con associazioni e istituzioni, soprattutto con la gente.
Se la bicicletta è avventura, nessuno meglio di lei, che in India ha incontrato i monsoni ed è penetrata nell’Himalaya, che in Ecuador si è arrampicata su un vulcano a cinquemila metri, che la Russia l’ha attraversata da una parte all’altra, che nella foresta thailandese ha combattuto contro i vermi e sull’Aconcagua ha duellato con un edema polmonare, vincendo.
Se la bicicletta è un Nobel per la pace, nessuno meglio di lei, che da Milano fino a Oslo ha pedalato d’inverno, fra neve e gelo, portando le firme raccolte con “Caterpillar” (Rai Radio 2) per candidare ufficialmente le due ruote umane al premio planetario, in questo caso perdendo (ma prima o poi, magari, chissà).
E se la bicicletta è coraggio, nessuno meglio di lei, che ha messo in un cassetto la laurea in Economia e Commercio e ha estratto dal cassetto, forse lo stesso cassetto, sogni e progetti.
Paola Gianotti: atleta e scrittrice, testimone e relatrice, sempre a forza di pedivelle, pedali e pedalate, una ultracycler naturale, una primatista sentimentale, una viandante attualmente terrestre ma spiritualmente universale. Capace, in bicicletta, di qualsiasi gesto e impresa, tranne il “surplace”: fermarsi è contrario al suo istinto, al suo carattere, alla sua missione. Così, sbandierando il primo dei suoi comandamenti (“Tutto è possibile, basta solo crederci”), Paola Gianotti salirà in cattedra – che stavolta è una sella – per una specialissima Cycling School: un corso di bici da corsa (il gioco di parole è voluto e gradito) per imparare a pedalare gestendo la fatica. Per Paola non è un segreto: è sufficiente sfidare la propria mente e scoprire il fascino di una pedalata agile, regolare, elegante, efficiente, leggera.
Da venerdì (sera) 21 a domenica (pomeriggio) 23 settembre, partenza e arrivo a Milano con soggiorno nella Cascina Caremma (a Besate, nel Parco del Ticino), a cura del Turbolento Cycling Club, per informazioni e iscrizioni turbolento@thinkbike.it.
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