Elia VIVIANI. 10. Sicuro e straripante: incontenibile. Anche oggi fa una volata perfetta e non è più novità, ma un “leit motiv”: siamo a quota 17 vittorie in stagione, 60 per il “wolfpack” della Quick-Step. Una volata, perché quest’anno grazie al team Elia fa solo una volata, non tre come gli accadeva negli anni scorsi, quando doveva sprintare per prendere posizione, sprintare per tenerla e poi sprintare per cercare il risultato. Quest’anno, come più volte ha spiegato, dispone di un team eccezionale che gli apparecchia la tavola e lo porta lì, pronto per lo sparo. E per gli altri c’è solo il piacere del piazzamento. W l’Italia, W Elia.
Peter SAGAN. 7. Prende la ruota di Elia, e la tiene, nel senso che da lì non si muove.
Giacomo NIZZOLO. 7. Va Giacomino, va. Nel senso che pedala, che sta tornando sui suoi livelli, che ha ripreso la sua posizione e le sue traiettorie, che sono sempre però molto più lunghe e faticose di quelle degli altri, perché si deve inventare e arrangiare, seguendo linee invisibili e mai semplici. Va Giacomino, molto probabilmente via dalla Trek Segafredo. Ha diverse proposte, tutte molto interessanti, tutte molto intriganti. In pole UAE Emirates, Cofidis e Dimension Data: ma quest’ultima sembra la più veloce, la più convinta e la più vicina. Va Giacomino.
Simon YATES. 7. Tappa facile, all’apparenza, perché di tranelli ce ne sono un’infinità. Valverde è un drago, ma anche una volpe: pronta a metterlo nel sacco. Difende il suo secondo di vantaggio, difende la sua maglia rossa. Bravo.
Simone PETILLI. 41. Ancora la faccia, ancora una brutta botta, che gli costa anche qualche dente. Dopo il gravissimo incidente al Giro di Lombardia di un anno fa, quando finì in un burrone e riportò diverse fratture (codillo occipitale, vertebra, clavicola e scapola), oggi ci rimette qualche dente. Andrea Appiani, responsabile della comunicazione della UAE Emirates, fa sapere che sta meglio, e che fatale anche questa volta è stato il numero 41. Al Lombardia Simone è caduto quando al traguardo mancavano 41 km, esattamente come oggi. La fonte è Claudio Ghisalberti della Gazzetta, uno che i numeri li ha.
Jesus EZQUERRA. 7. Il corridore della Burgos-BH se ne va via con Tiago Machado della Katusha alla ricerca di gloria, in una tappa che non si addice neanche molto ad azioni di questo tipo. Sperano che il gruppo lasci spazio, e che lo strappo dell’Alto de Fermoselle a 30 chilometri dal traguardo possa essere il trampolino di lancio per andarsi a giocare una tappa che altrimenti finirebbe in volata. E finisce in volata.