Benjamin KING. 10. Il 29enne americano si porta a casa davvero una gran bella tappa. Tutto il giorno all’attacco, con altri otto temerari, in una giornata non semplice da gestire, per il tracciato e il gran caldo. Arriva a giocarsi la vittoria con Nikita Stalnov, con una volata senza storia. Con una volata da Re.
Nikita STALNOV. 9. Il 26enne kazako forse meritava anche lui qualcosa di più, perché oggi si è davvero fatto un mazzo così. Ma dal mazzo è uscito un Re.
Miguel Angel LOPEZ. 6,5. Una progressione nel finale, per provare a guadagnare qualcosa. Per riprendersi qualche secondo perso nella crono. Operazione che riesce.
Michael KWIATKOWSKI. 5,5. Viene messo in mezzo dai Lotto Jumbo e la sua Sky soffre le pene dell’inferno. Se il buongiorno si vede dal mattino, le giornate in questa Vuelta saranno dure e faticose. Lui pedala bene, ma oggi mostra i primi segni di fatica.
Emanuel BUCHMANN. 7. Ha ancora 25 anni, ma il ragazzo si muove con disinvoltura e tempestività. Quando si muove Simon Yates capisce che è il momento giusto, che l’attimo va colto e lo coglie. Ora è secondo a soli 7” dalla maglia rossa.
Wilco KELDERMAN. 6. Il vice Dumoulin resta nel vivo della corsa. È lì, 5° nella generale, a soli 25”. C’è ancora da fare tutto, l’importante è che non abbia perso niente.
Jon IZAGUIRRE. 6. Si piazza alle spalle di Kwiatko e non si muove di lì. Il cammino verso Madrid è ancora lunghissimo: non c’è assolutamente fretta.
Nairo QUINTANA. 6. È un gattone, che non fa le fusa, ma si nasconde.
Pierre ROLLAND. 7. Ha poco da rimproverarsi, se non che quando si hanno meno energie dei propri avversari bisogna prenderne atto. Fa una grande gara, che gli vale però solo un buon piazzamento.
Simon YATES. 7,5. Il folletto di Bury parte nel finale e va a racimolare una manciata di secondi preziosi che lo proiettano al terzo posto in classifica. Contiene la sua esuberanza, sembra meno tarantolato che al Giro, ma sempre bello vispo e reattivo. Ora è a 10” dalla maglia rossa di Kwiatkowski: il polacco non può certo far finta di niente.
Steven KRUIJSWIJK. 7. Il voto va a lui e alla sua Lotto Jumbo, che nel finale mena le danze e prova a scompaginare un po’ le carte. Il risultato è chiaramente buono, anche se non buonissimo.
Rigoberto URAN. 6. Non ne parla più nessuno: è la sua tattica migliore. Camouflage.
Davide FORMOLO. 5. Oggi proprio scompare, e lascia per strada 5’09” da King. Ma quel che è peggio è che perde quasi 2’ dal gruppetto Kwiatkowski: non bene.
Edvard RAVASI. 6. Si piazza 38° a 6’01” da King: terzo degli italiani al traguardo. Dà prima una mano a Aru, e poi procede con il suo passo. Può solo migliorare.
Fabio ARU. 6. Soffre, e anche tanto. Forte di braccia e di gambe, ma non molla. Cede qualche metro, pochi in verità, poi colma, rintuzza e ricuce come sa fare solo l’ex campione d’Italia. È un segnale importante: lui è uomo di resistenza, deve ritrovare confidenza con le zone alte della classifica. Deve ritrovare morale e motivazioni. Sarò troppo ottimista, ma secondo me siamo sulla strada giusta. E di strada da fare ce n’è ancora tanta.
Thibaut PINOT. 6. «Posso essere tra i protagonisti di giornata. L'unica incognita per me è il caldo»: forse non solo quello.
Daniele BENNATI. 6,5. Il panterone fa la chioccia, ma non è una mammoletta. Fresco di rinnovo con la Movistar, anche oggi ha preso la sua bella dose di vento in faccia per pilotare Valverde e Quintana.
Luis Angel MATE’. 7,5. Non è più un novellino, ma corre con l’entusiasmo del ragazzino. La maglia a “pois” blu, di miglior scalatore della Vuelta, la difende con i denti, e poi finisce la giornata con un più che lusinghiero 4° posto. Tutto il giorno in fuga con Nikita Stalnov (Astana), Jelle Wallays (Lotto-Soudal), Ben King (Team Dimension Data), Pierre Rolland (Education First-Drapac), Lars Boom (Astana), Oscar Cabedo (Burgos-BH), Aritz Bagues (Euskadi-Murias) e Ben Gastauer (AG2R-La Mondiale), Matè oggi era davvero difficile da matare.