Elia VIVIANI. 10. Anche oggi si sono sciroppati 3 mila metri di dislivello, quindi la volata non era proprio così scontata. Così come la volata di Elia, che a vederla è sembrata senza storia, quasi banale. Non è così. Ma tutto appare in questo modo perché ci troviamo di fronte ad un ragazzo eccezionale, che ha fatto della passione (tantissima) e del lavoro (ancora di più), la sua cifra distintiva. È quel che si dice un grande professionista. Un ragazzo da portare in giro per le scuole – non solo di ciclismo – per insegnare come si vive, come si programma e come si pensa per diventare grandi. Perché è vero che la mamma ti mette al mondo con valori fisici naturali, ma poi questi devono essere allenati. Elia è nato buon corridore, a ora è campione, e sta studiando per raggiungere l’olimpo dei fuoriclasse. È cresciuto tanto, anno dopo anno, poco per volta. Quest’anno ha fatto il salto di qualità, nessuno al mondo ha vinto quanto lui. Oggi il campione d’Italia si è tolto la soddisfazione di un “selfie” con il tre volte campione del mondo Peter Sagan. Non è venuto mosso: il campione del mondo era immobile.
Giacomo NIZZOLO. 8. Giacomino sta tornando, dopo mesi di dolori, ansie e dubbi. Oggi se non si fosse trovato tra le ruote una delle grandi rivelazioni di questa stagione, probabilmente avrebbe brindato alla vittoria. Non ha sbagliato nulla, ha solo trovato Elia Viviani sulla propria strada. L’Elia di quest’anno: il più forte di sempre.
Simone CONSONNI. 6,5. Si butta con cuore e lucidità. Ha gambe, fiuto e colpo d'occhi: gli manca solo un pizzico di esperienza e di lavoro. Ma il pupo della UAE Emirates cresce tra i grandi. Per diventarlo.
Nacer BOUHANNI. 6,5. Perde qualche ruota di troppo, poi risale, medica, rimedia ma è troppo tardi. Ma la Vuelta è lunga, e se dà retta al suo tecnico Roberto Damiani, forse il naso davanti a tutti prima della fine lo metterà sicuramente.
Peter SAGAN. 6. Non è al meglio, questo va detto, ma è pur sempre Peter Sagan, il triplo campione del mondo che quando corre non lo fa mai così tanto per fare qualcosa. È ancora pesto, livido, per la caduta del Tour. Dicono anche che a livello posturale sia anche un pochino storto, ma lui ha tanta di quella classe da far sembrare lineare anche ciò che lineare non è. È un fuoriclasse: anche quando perde, vince.
Matteo TRENTIN. 6. Si butta nella mischia, ma prima deve lavorare per la squadra, deve proteggere il suo uomo di classifica (Simon Yates). Finito il lavoro, il campione d’Europa completa la giornata buttandosi nella volata. Resta un po’ imbottigliato, ma sono solo i primi tentativi.
Michael MORKOV. 9. Pilota Viviani facendo un lavoro pazzesco. Volteggia come un acrobata, si muove come un trapezista, plana come l’uomo uccello. Ti porta lì, per gli applausi. Per la gloria.
Danny VAN POPPEL. 5,5. Perde l’attimo e le ruote più buone. Non tiene la posizione, e in una volata così veloce sono errori mortali.
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