Alejandro VALVERDE. 10. Centoventi vittorie in carriera, decima alla Vuelta. Un finale disegnato per il corridore murciano che si esalta ed esalta gli aficionados di ciclismo.
Michal KWIATKOWSKI. 9. Pedala che è un piacere per la vista. Sembra sorretto da una grandissima condizione fisica. Si getta nella volata finale ingaggiando un duello bellissimo con uno dei più grandi cacciatori di classiche come l’Embatido: perde di poco, ma si veste di rosso. È il colore del primato, ma per molti rischia di essere anche il segnale dello stop.
Wilko KELDERMAN. 7. È partito bene, è anche oggi stazioni nelle zone alte della classifica.
Laurens DE PLUS. 7. Ha ancora 22 anni ed è un talento assoluto. Corre con grande lucidità e temperamento da campioncino. Che corridore.
Rigoberto URAN. 7. Ieri ha dovuto pagare dazio in una prova esplosiva come la crono, ma già oggi fa vedere che proprio messo male non è. Arriva nel vivo della corsa: guai a darlo per morto.
Nairo QUINTANA. 7. Sembra leggero di mente e di gambe. Sorridente e sereno, pedala facile. Quindi…
Thibaut PINOT. 6. È un uomo che esce alla distanza, ma già si fa intravedere.
Davide FORMOLO. 6,5. Perde 3”, ma c’è eccome. Un finale senza respiro, che lui fa a tutta dietro a tutti i migliori. È 12°, ma ci si può lavorare.
Jon IZAGUIRRE. 5,5. È l’uomo classifica del Bahrain Merida, e forse perde qualche secondo di troppo.
Fabio ARU. 6. Lui è un uomo di resistenza e fatica, di tenuta e lavoro. La tappa di oggi era veloce ed esplosiva: non salta per aria. È lì. Nonostante una caduta.
Simon YATES. 5,5. Il britannico è corridore scattante, veloce, rapace, quanto Esteban Chaves, l’ultimo a vincere su questo traguardo. Paga qualcosa: troppo per uno come lui.
Fabio FELLINE. 6. Il piemontese lotta per restare nella top ten della classifica. Le sue fatiche sono ricompensate da una buona prestazione, che lo fa tornare in albergo con un buon 6° posto nella generale: migliore degli italiani.
Vincenzo NIBALI. 6. I giornali tradizionali, quelli cartacei, stanno vivendo una profonda crisi e sono sempre meno letti: questo è forse l’unico vero aspetto positivo di questa vicenda. Detto questo, pero, mi ribolle il sangue quando leggo un giornale che ho tra le mani tutti i santi i giorni da più di quarant’anni, e riporta ciò che non sta in cielo e nemmeno in terra. Per la Gazzetta dello Sport il siciliano non è qui per allenarsi, riprendere confidenza con le corse dopo l’incidente al Tour e sperare di ottenere una condizione accettabile per sperare di disputare da protagonista il mondiale di Innsbruck, ma è qui con nascoste velleità di successo. D’altra parte per l’amico Claudio Ghisalberti (l’ha scritto più volte in questi ultimi giorni) Vincenzo non ha mai corso un Grande Giro senza velleità di successo. Strano, forse era distratto o a far di conto per stabilire watt e velocità ascensionali, ma al Tour 2016 lo Squalo si presentò con il solo compito di preparare l’appuntamento di Rio. Forse era altrove quando il suo giornale criticava pesantemente in quei giorni il suddetto, perché perdeva terreno e tempo ad ogni piè sospinto e il povero Vincenzo non riusciva in nessun modo a far comprendere a Rai e Gazzetta che era a quel Tour per aiutare Fabio Aru e preparare l’Olimpiade. Anche in questa Vuelta ha detto chiaramente e più volte a innumerevoli cronisti che hanno riportato fedelmente il suo pensiero, che è qui per riprendere una condizione persa dopo il grave infortunio alla decima vertebra toracica. Ha detto anche che gli piacerebbe finire in crescendo, per puntare a vincere una tappa: non la Vuelta. La Gazzetta cosa fa? Gli ha attribuisce tre stelle, mettendo il siciliano tra i grandi favoriti al successo finale. O Vincenzo si spiega male – e non mi sembra assolutamente il caso – o la rosea dovrebbe fare un piccolo grande sforzo: ascoltare. Per la cronaca: oggi Vincenzo è arrivato 81° a 4’04”.
Aleksandr SHEFER. 46. Ci assicurano che oggi è il suo compleanno, nonostante ci sia qualche documento che parla di 28 agosto. Aleksandr, che è ormai italiano, vivendo nel reggiano da anni, però il compleanno lo festeggia oggi. Quindi, auguri.
Thomas DE GENDT. 5,5. La notizia non è data tanto dal fatto che il belga della Lotto Soudal è andato in fuga, ma che ad un certo punto ha deciso di lasciar perdere. Non è solito alzare bandiera bianca, visto che aveva preso subito il treno giusto salendoci con Alexis Gougeard (AG2r La Mondiale), Pierre Rolland (EF Educational First-Drapac), Pablo Torres (Burgos BH), Jonathan Lastras (Caja Rural Seguros RGA), Luis Angel Mate (Cofidis) e Hector Saez (Euskadi-Murias). Thomas è uomo di battaglia, più che di governo. Uomo da imboscate, ma oggi ha deciso di imboscarsi.