È tornato qualche giorno a casa, dai suoi, a Levo, ma Gianni Moscon non ha voglia di parlare delle cinque settimane da scontare (per la manata lanciata verso il francese Gesbert - senza colpirlo - che gli aveva tagliato la strada, appena 800 metri dopo il via della 15a tappa del Tour de France, ndr) di quel gesto di cui si è subito pentito. D'altronde Gianni ama la tranquillità, la pace dei suoi monti, la serenità avvolgente e contagiosa della sua famiglia e delle persone a cui vuol bene. A lui basta poco per sentirsi in pace con se stesso, gli basta una stretta di mano e un saluto sincero. Una bicicletta e una strada da percorrere in santa pace. «Ieri mi sono fatto “un lungo” di sei ore e mezzo – dice a tuttobiciweb -: ne avevo proprio bisogno. È troppo stare in bicicletta».
Forse è per questo che ha lasciato Montecarlo dove non si è mai sentito davvero a casa e da maggio ha deciso di stare di stanza (per il momento da solo) a Innsbruck, dove a fine settembre è probabilissimo che farà parte della pattuglia azzurra per inseguire con Nibali, Aru e compagnia pedalante un sogno iridato. «Mi trovo molto bene a Innsbruck – ci spiega -: strade belle, a misura di bicicletta. Vivo a due chilometri e mezzo dal centro, ma i servizi son eccezionali, in un attimo con i mezzi pubblici sei dove vuoi. È una cittadina che sta più nelle mie corde. E poi, cosa non secondaria, in un’ora e mezza sono a casa: e questo non è trascurabile».
Gianni è sereno, ha voltato pagina, e pensa solo a quello che ha davanti. Mancano una cinquantina di giorni al 30 settembre, giorno della sfida iridata, e Davide Cassani non ha nessuna intenzione di rinunciare al 24enne talento trentino. «Ho provato già più volte il circuito – ha aggiunto il ragazzo di Sky -. Lo strappo finale? Mai visto nulla di simile, credetemi. Dopo 250 chilometri io sono sicuro che molti corridori saranno costretti a mettere piede a terra: è troppo duro. È davvero una cosa pazzesca».
Quando tornerà alle corse? Fino al 12 settembre dovrà stare fermo, poi con ogni probabilità tornerà a spillarsi il numero sulla schiena il 15, alla Coppa Agostoni, e poi alla Bernocchi (16) e Toscana (19), ma non è escluso che possa correre anche Sabatini (20) e Pantani (22). «Io faccio quello che mi dice la squadra, il mio compito è proseguire i miei allenamenti per farmi trovare pronto – dice -. Come sono i rapporti con il team? Ottimi. Io mi trovo benissimo con loro, e la squadra ha capito il momento delicato che sto attraversando e mi è molto vicina. Non potrei pretendere di più».