Nairo QUINTANA. 8. Oggi o mai più, e oggi il colombiano ha raddrizzato solo in parte la sua partecipazione ad un Tour che l’avrebbe voluto protagonista e invece, per mille e più ragioni è mancato. Oggi dà la zampata, controllata, gestita, misurata dai suoi avversari che in ogni caso lo lasciano fare senza strafare. Questo va detto.
Daniel MARTIN. 8. L’irlandese della UAE Emirates è un regolarista eccezionale, che ha dovuto superare mille e più problemi. Agonista pazzesco, indomito e indomabile. Oggi trova sulla sua strada un Quintana che da tempo non ammiravamo, e si deve accontentare di un piazzamento d’onore. Onore.
Geraint THOMAS. 9. Ha il Tour in pugno, e guai ad aprire la mano. È una corsa che ha in pratica vinto. È sua. Deve solo mantenere calma e sangue freddo, come in queste settimane. Se riuscirà a fare il minimo sindacale, il gioco è fatto. L’uomo che mai era riuscito a fare un piazzamento nei dieci in un Grande Giro è pronto a vincere uno. Èd è il più importante.
Primoz ROGLIC. 7,5. Fa male, e ha tutto per fare male. Tatticamente poco accorto: sembra correre più per staccare Dumoulin che Thomas. Più per il piazzamento che per il bottino pieno.
Egan BERNAL. 10. Comunque vada, per me questo Tour l’ha vinto questo ragazzo colombiano che corre con facilità e grande intelligenza tattica. Si muove con sicurezza, dà l’impressione di stare nel suo habitat, nel suo mondo, che è fatto di aria rarefatta e nuvole che ti accarezzano i capelli. Guarda il cielo con il sorriso di chi vede sempre sereno davanti a se. Ed è sereno.
Tom DUMOULIN. 8. Tosto, mostruoso come pochi, stantuffa a tutte le latitudini. Resto convinto che se sull’ammiraglia della Sunweb al Giro ci fosse stato un tecnico italiano, nella tappa di Bardonecchia l’olandese avrebbe potuto correre diversamente, e li avrebbe vinto lui il Giro. Oggi dimostra una volta di più di che classe è dotato. Questo è davvero un grande corridore.
Romain BARDET. 4. Brutta botta per il beniamino di casa che puntava al podio e oggi l’ha definitivamente perso.
Peter SAGAN. 8. Arriva ad oltre 26’ dal primo, con la maglia verde a brandelli e i segni di una rovinosa caduta sulla pelle. Scende di sella dolorante, con un lieve sorriso che è una smorfia di sofferenza. Grande Peter.
Tanel KAGERT. 7. È il numero rosso di giornata, un attaccante pazzesco sin dal primo metro. Per lui è davvero una cronoscalata, che affronta con una foga da o tutto o niente. Alla fine, però, qualcosa porta a casa.
Chris FROOME. 5. Fine, quest’anno il Tour non lo vincerà. La strada ha scelto, senza tante storie. Basta una salita vera, che punta all’insù per mettere d’accordo tutti, anche in casa Sky. Niente filotto di Grandi Giri. Niente pokerissimo, niente Giro-Tour che resta griffato Marco Pantani. Anche per il nostro Giro il responso e totale e definitivo: Giro e Tour non solo possibili, nemmeno con una settimana in più di recupero. In casa Sky solleticavano l’idea di correre anche la Vuelta, difficilmente il sudafricano bianco arriverà al Mondiale di Innsbruck.
Le GRIGLIE. 2. Due come i minuti necessari per rimettere tutto al proprio posto. Due come i corridori che prendono il largo come delle furie (Kangert e Edet). Due il voto ad un esperimento che già ci convinceva davvero poco e che fa gridare Eureka per la trovata della crono “real-time” di Davide Cassani a Cà del Poggio al Giro Baby. Due i consigli che ci permettiamo di dare al numero uno del Tour Christian Prudhomme: torni alle partenze vecchia maniera; se proprio vuole, invece delle griglie, predisponga spazi per delle grigliate.