Julian ALAPHILIPPE. 10. Il ragazzo con la scarlattina sulla maglia fa venire la febbre agli altri. Nel giorno dei lacrimogeni e del gas al peperoncino, come tutti i suoi colleghi per un attimo ha le lacrime agli occhi, lui alla fine le avrà per la gioia. Per un bis bellissimo e sublime, per lui e per i lupi di Davide Bramati al quarto successo in questo Tour. Il ragazzo con la scarlattina sulla maglia è un puntino biancorosso che vaga per le strade del Tour: imprendibile.
Gorka IZAGUIRRE. 8. È da giorni che i ragazzi del Bahrain Merida cercano una vittoria di tappa. Vanno all’attacco, cercano il guizzo vincente: per il momento riescono solo ad arrivarci vicino, ma per festeggiare manca sempre qualcosa.
Adam YATES. 6. Il suo Tour è chiaramente e abbondantemente negativo, l’azione di oggi molto buona, ma lungo la discesa cade nuovamente e getta al vento una vittoria che aveva tra le mani.
Domenico POZZOVIVO. 8. Pollicino segue tutti, e prosegue la sua risalita. Anche oggi recupera più di 8 minuti. Adesso è 20° nella generale, a 20’29” dalla gialla. A 14’ circa dalla top ten: Pollicino pensa in grande.
Damiano CARUSO. 8. Non si risparmia, getta il cuore oltre il gruppo maglia gialla e va all’attacco. Tutto il giorno a menar la danza, in una tappa tutt’altro che semplice. È 16° nella generale, anche per il siciliano la top ten non è lontana: con un pizzico di fortuna e di audacia, si può fare.
Mikel LANDA. 6,5. Ci prova in discesa, poca roba: ma almeno ci prova.
Philippe GILBERT. 7. Come le vite dei gatti. Oggi, forse, ne perde una. Vola oltre il parapetto dopo aver preso una curva dritta, lungo la discesa del Portet d’Aspet. Attimi di panico. Minuti di assoluta ansia. Ricordi terribili. Poi ricompare, apparentemente senza un graffio, fa un gesto con la mano: è tutto ok. Risale in bicicletta.
Warren BARGUIL. 4. Cerca la tappa, cerca punti per la maglia a pois, non trova nulla. Non c’è più neanche lui.
Tour de FRANCE. 4. Non è facile governare una corsa come quella del Tour, ma in quel tratto di strada c’erano soltanto alcuni manifestanti. Sono stati individuati, fermati e allontanati dalla Gendarmerie transalpina. Questi avrebbero dovuto avvertire prima il direttore di corsa Prudhomme, che in pratica ha fermato la corsa solo sul luogo del fattaccio, dove erano state poste e poi rimosse grosse balle di fieno e dove la polizia francese aveva esploso gas lacrimogeni e urticanti. Ai corridori si poteva risparmiare – dopo i fumogeni – anche questa onta in più. Dopo i fumogeni, le uova marce, i sacchetti di urina, gli sputi e quant’altro, si potevano evitare i lacrimogeni e gli spray urticanti che avevano ammorbato l’aria. Il Tour è una grande macchina, un’organizzazione a tratti affascinante e perfetta, ma chi dovrebbe essere preposta ad aiutare e a dare una mano in materia di ordine pubblico, dimostra di non possedere tempi e modi. Evviva i nostri Prefetti. Evviva la nostra Polstrada!