Julian ALAPHILIPPE. 10. Tutto il giorno all’aria, all’attacco, alla ricerca di punti per la maglia a “pois” e della gloria di giornata. Prende tutto, tappa e maglia degli scalatori. È il primo successo al Tour, e il 26enne corridore transalpino non sta nella pelle, come i suoi connazionali, anche se non gli perdonano di essere migrato in Belgio, anziché restare in Francia. Ma anche dal Belgio e sulle strade di Francia riesce a rendere felici tutti.
Jon IZAGUIRRE. 6,5. Va in avanscoperta con l’intento di fare da punto di appoggio per Vincenzo Nibali, ma anche per provare a fare la tappa. Sta là in attesa d’informazioni. Quando capisce che alle sue spalle non si muove foglia che Sky non voglia, prova a portare a casa qualcosa per la causa del Bahrain. Arriva secondo. Buono, ma non il massimo.
Rigoberto URAN. 8. Livido sul corpo e nell’anima. Ha gli occhi del dolore e della sofferenza: della resa. Le botte della Roubaix si sono fatte sentire, troppo. Lui non molla, non mollerà, ma il sogno di un podio, adesso, si fa davvero miraggio.
Greg VAN AVERMAET. 9. La miglior difesa è l’attacco, e la maglia gialla lo sa bene, anche perché è tipo che attacca spesso e volentieri e con grande efficacia. Attacca per non essere attaccato. Attacca per restare attaccato a tutti, ma soprattutto per non perdere quella maglia, che tutti vorrebbero attaccare. Ma, almeno per oggi, si attaccano.
Peter SAGAN. 7. Vuole mettere in cassaforte la maglia verde per non correre pericoli, per non avere brutte sorprese. Si porta avanti con il lavoro, e per questo si porta avanti: e va in fuga. Porta a casa punti anche oggi. Fa vedere i sorci verdi a tutti.
Chris FROOME. 6. Fora sullo sterrato Montée du Plateau des Glières: brivido. L’unico, di una giornata soporifera. Arrivano le Alpi, si sale, ma cala la palpebra. Notte.
Vincenzo NIBALI. 6. Fa quello che deve fare, in attesa che qualcuno faccia. Restano tutti allineati e coperti, alle spalle di Sky. Uran soffre, Quintana attende, Dumoulin anche, Roglic fatica, Daniel Martin ribalza: sarà per la prossima. Come si dice: altro giro, altra corsa.
Daniel MARTIN. 7. Almeno ci prova. Parte, deciso, per fare qualcosa, per fare del male, per provare a sentire il proprio cuore e il polso agli avversari. Non gli va bene, ma facciamogli un monumento.
Bauke MOLLEMA. 5. Paga il ritmo sostenuto, forsennato. Scivola indietro.
Rafal MAJKA. 5. Prova a stare con i migliori, ma nel finale paga e lascia per strada quasi un minuto al gruppo Froome. Non è un buon segno.
Ilnur ZAKARIN. 5. Dovrebbe recuperare qualcosa, perde troppo in una tappa nella quale succede molto poco. Grave.
Warren BARGUIL. 4. Vuol lasciare il segno e attacca. Lasciamo perdere.