Vincenzo Nibali si è allenato questa mattina con i compagni di squadra sulle strade della Savoia, una sgambata di un paio di ore, con un due colli, poi incontra i giornalisti al Tulip, l'albergo del team Bahrain, ad Aix-les-Bains.
LE PIETRE. «Quella di ieri è stata una tappa molto impegnativa, caotica direi,ma non avrebbe potuto essere diversamente. Il problema era quello di cercare di prendere i tratti in pavé davanti, poi una volta entrati era obbligatorio andare tutti in fila, non si poteva fare altro.Stando davanti si riusciva a vedere meglio la strada, dove mettere le ruote, c'era un po' meno polvere. La mia caduta? Davanti a noi il primo a cadere è stato uno della Fortuneo che si è toccato con un altro corridore, io ho schivato sia lui che Uran, poi mi si è impuntata la bici, sono caduto sull’erba e sono ripartito. Colbrelli era con me e mi ha dato la spinta, Franco (Pellizotti, ndr) è passato in quel momento, con noi c'era anche Gilbert e siamo rientrati agevolmente. Non abbiamo rischiato né sofferto».
BARRAGE. «Ho letto le dichiarazioni di Moscon, confesso che non mi sono accorto di nulla perhé quando sei davanti non hai tempo di pensare o vedere a quello che accade dietro. Ma di sicuro ieri il barrage ci stava tutto, a volte lo fanno in situazioni in cui si cono solo venti secondi e già bloccano tutto...».
ATTACCO. «Nel finale ho provato a muovermi, ma mi sono trovato bloccato. Una volta mi ha chiuso Peter (Sagan, ndr) del tutto involontariamente, l’altra volta si sono aperti tutti improvvisamente e non c’era più spazio. A quel punto ho pensato ad arrivare al traguardo e a non rischiare più nulla. Comunque è stata una giornata difficile per tutti: Koren ha un problema, un ematoma sotto il piede destro e non riesce a pedalare, ha fatto una radiografia e non sappiamo se domani riparte, Gorka è rimasto dietro per via della ruota rotta, Colbrelli è caduto due volte, Haussler ha rotto il cambio...».
BILANCIO. «Dopo nove giorni sono dove volevo essere. Non ci sono state salite importanti, contava soprattutto non perdere terreno. E sono contento anche della squadra. Ho sentito e letto di varie critiche, ma io sono un corridore che per risalire il gruppo non ha bisogno di tutta la fila, mi muovo da solo o al massimo con un corridore o due. Per fare un esempio "veloce", Cipollini aveva bisogno del treno mentre McEwen faceva tutto da solo».
ALPI. «Ci aspettano tre giorni di salite, tre tappe molto impegnative. Domani c’è una salita più dura (la Montée des Glières, ndr) e tre sulle quali serve di più spingere, bisogna vedere quale sarà l’interpretazione della corsa. Di solito le Alpi sono più dure dei Pirenei, sarà importante capire se qualcuno vuol muoversi prima o se si aspetta l’ultima salita per dare battaglia».
AVVERSARI. «Come stanno i miei avversari? Non c’è stato terreno per poterli vedere all'opera: solo Martin al Mur de Bretagne ha fatto qualcosa di importante, ma va detto che quelli sono i suoi arrivi. Froome? Froome è Froome... ».
POZZOVIVO. «Avete visto come è andato forte Domenico? È pronto per le classiche. Ha corso molto vene, con grande attenzione e lucidità. E pensare che ieri era la sua prima volta assoluta. Non era potuto venire con noi a fare la ricognizione. È stato davvero bravissimo».
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