BMC. 10. Bravi tutti, e non potrebbe essere diversamente per il team rossonero che in questi anni ci ha abituato a prestazioni di assoluto livello, con due titoli mondiali conquistati (2014 e 2015). Bravi tutti, dal primo all’ultimo corridore di una formazione che negli anni è diventata un esempio di stile. Prestazione fenomenale, quella di oggi: partono fortissimo, proseguono forte per chiudere fortissimo. Ora, però, la corsa contro il tempo la deve fare il grande capo, Jim Ochowicz, che rischia di veder andare tutto in fumo per mancanza di fondi. Lo sponsor non c’è ancora e i corridori stanno prendendo già il largo (vedi Richie Porte, già alla Trek). Questo è un team di valore, che merita di proseguire il proprio cammino nel mondo World Tour. Bmc, che ha già chiuso per fornire il prossimo anno le biciclette alla Dimension Data, non ha ancora chiuso le porte a Ochowicz, che deve trovare un primo nome e il tempo ormai stringe.
SKY. 9. Perdono per un granellino di sabbia, e visto quanto sono precisi, scrupolosi e ambiziosi, quel granellino, quel qualcosa che non è andato, lo andranno certamente ad analizzare nelle prossime settimane. Prova maiuscola, ma non c’è da sorprendersi: si sapeva. Fanno quello che tutti si aspettavano che facessero. Via veloci contro il vento. Da recuperare i 51” persi da Froome per quella dannata caduta sabato: si riprende tutto con gli interessi. Anche se a lui e al suo team, interessa altro: non certo questa crono.
QUICK-STEP. 7. Si scompongono un po’ nel finale, e rovinano una prova al limite della perfezione.
MITCHELTON SCOTT. 7. Corsa regolare e di sostanza: Adam Yates, dopo un inizio di Tour molto difficile e complicato, ringrazia i compagni che lo riportano in careggiata. Speriamo non sbandi più.
EF DRAPAC. 8. Attenzione a Rigoberto Uran. Nessuno ne parla e lui resta silenzioso e muto attaccato ai migliori. Lui porta in giro il nome di una grande rete di scuole, ma è Rigoberto ormai a fare scuola.
SUNWEB. 6,5. Ci sono gli uomini squadra e quelli che una squadra la fanno quasi da soli. È il caso di Tom Dumoulin, che ad un certo punto prende in mano la situazione e trascina tutti verso l’alto. L’inizio sembrava da precipizio, alla fine quasi tutti i paradiso.
ASTANA. 8. Bravi, bravissimi, prova maiuscola per il team kazako capitanato da Jakob Fuglsang. Dopo una partenza disastrosa, nella seconda parte letteralmente vola e chiude a 51” dai Bmc.
MOVISTAR. 5,5. Hanno gli uomini per spingere a fondo, per fare velocità, per recuperare terreno visto che Quintana ha già un gap pesante, ma questi sono solo propositi e restano tali.
BAHRAIN MERIDA. 6. Forse Vincenzo sapeva già tutto. Quando i suoi tecnici ostentavano sicurezza, lui restava impassibile, quasi distaccato, come chi non sente o non ha voglia di sentire. Per lo staff contenere il distacco da Froome in 50” era possibile. Effettivamente, fino al secondo intertempo, la cosa stava anche per riuscire. Poi però è venuto a mancare Haussler, ruzzolato pesantemente ieri. Koren, che non stava bene. E nel finale la bandiera bianca sono costretti ad alzarla anche Pellizotti e Colbrelli. Vincenzo fa da sé e con tre. Si fanno in quattro per salvare la baracca. E, francamente, la salvano.
AG2R 5,5. Non sono attrezzati, non possono fare di più. Non ci si può inventare in una prova contro il tempo, dove le attitudini alle crono e la cura del particolare fanno la differenza. Giornata da dimenticare per Romain Bardet, ma non è il caso di ricordarglielo.