Dopo le analisi bisogna analizzare, valutare, fare una summa di tutto il materiale raccolto per arrivare ad un punto, e ad una terapia. Una cosa è certa: visto che Fabio Aru è un patrimonio non solo della UAE Emirates, ma del ciclismo italiano tutto, Beppe Saronni e tutto il suo staff non ha fretta. Come dicevano i nostri nonni, la fretta fa i gattini ciechi. Dopo una dura “deblacle” è il caso di ripartire con assoluta calma, senza farsi prendere dall'ansia e dalla frenesia.
Fabio Aru sta bene e pedala. La mente è più sgombra, e lo spirito sicuramente migliore. Lui è atleta esigente, non lo scopriamo certamente oggi, e quando le cose non vanno per il verso giusto è il primo a non essere contento del proprio operato e, soprattutto, il primo che vuole capire i perché di una condizione così poco performante nella corsa alla quale maggiormente teneva.
In casa UAE si sono più volte incontrati, sia il corridore che lo staff medico e tecnico. Si ritroveranno nei prossimi giorni per analizzare tutta una serie di cose, che vanno dalle intolleranze alimentari riscontrate in questi approfonditi screening, alle allergie. Ma molto si sta riflettendo anche sulla preparazione svolta in questi mesi e gli accorgimenti che è necessario apportare per il futuro. Nessun dramma, l’importante è reagire da squadra: questo è il motto del team che non ha intenzione di fare prigionieri, ma arrivare a risolvere una situazione delicata e per questo complessa. Sul tavolo, tra le altre cose, il proseguo della stagione, anche se sembra ormai tramontata l’idea mai nata di poter prender parte al prossimo Tour de France, e lo stesso vale per gli Assoluti in programma il 30giugno a Boario Terme.
Tiralongo sul banco degli imputati? Niente affatto. Piuttosto la necessità di capire per migliorarsi: tutti assieme. Magari allargando la cerchia dello staff tecnico e degli allenatori, sempre nell’ottica di un miglioramento atto costruire sempre qualcosa di più buono e di più bello, senza gettare quello che c'è - e anche tanto - di buono.
È probabile, però, che il programma resti quello di inizio stagione, con Vuelta e Mondiale di Innsbruck a fare da sfondo e da obiettivo di una stagione che è appena a metà percorso, ma come più volte Saronni ha detto, ripetuto e consigliato, Fabio potrebbe provare a correre di più. Meglio allenarsi in corsa, con leggerezza ed entusiasmo, che logorarsi in lughi ritiri in altura e in allenamenti massacranti. «Correndo di più, ti alleni di più alle corse e ti abitui di più allo stress in corsa, per gestirlo meglio», questo è quello che va da tempo ripetendo il campione di Goodwood.
Punti vista, idee che sono al vaglio di uno staff che sta facendo squadra per risolvere un problema che sta a cuore a tutti e mettere il proprio leader nelle condizioni ideali di tornare quello che tutti conoscono: che è poi la vera missione di un team.
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