Non è in collegio e nemmeno in colonia, ma la sua testa è già al mare, a quello della Vandea, dove il prossimo 7 luglio scatterà il Tour de France. Noirmoutier-en-l’Ile è sull’oceano Atlantico, da lì scatterà la Grande Boucle edizione numero 105, mentre Vincenzo Nibali è a Passo San Pellegrino, in Val di Fassa, tra il Trentino Alto Adige e il Veneto, tra le Pale di San Martino e la Marmolada.
L’incontro è fissato al QC Terme Dolomiti di Pozza di Fassa, in un bel pomeriggio di sole come solo le Dolomiti sanno regalare.
Presente all’incontro l’Assessore allo sport Tiziano Menarini. E si parla subito di Val di Fassa con Alex Carera che spiega: «L’accordo con la Val di Fassa è nato in maniera spontanea, anche perché Vincenzo e Slongo vengono da molti anni ad allenarsi quassù».
«Questo è un distretto molto appetibile per la bicicletta - conferma Menarini - e per la Val di Fassa e il Trentino questa è una grande opportunità perché porta visibilità a prestigio. La Val di Fassa è una valle attrattiva non solo per i professionisti e il Trentino si conferma una un’autentica palestra a cielo aperto per tutti coloro che amano fare sport».
La parola passa poi a Paolo Slongo: «Per un allenatore questa è davvero la palestra ideale per sfruttare l’altura con blocchi di lavoro di due settimane. E poi, oltre alla bellezza del posto, ci sono strade eccezionali per poter simulare tappe del Giro o del Tour. La temperatura è ideale per recuperare e affrontare al meglio i grandi appuntamenti: ci troviamo davvero benissimo quassù».
Ed ecco Vincenzo Nibali: «In Val di Fassa io trovo tutto. Tantissime salite: Sella, Pampeago, Val Parola, non ce n’è una che mi piace in particolare, apprezzo la grande varietòà delle salite. Poi in allenamento dai una sbirciatina al paesaggio e non è male…».
Per concludere il discorso sul territorio, parla anche Pellizotti: «Qui si lavora bene ma è importante anche recuperare durante il pomeriggio vivendo in posti eccezionali. Questi 15 giorni ci servono per mettere a punto il lavoro e ricaricare le pile, liberare la testa in vista del Tour de France».
Iniziano le domande: Vincenzo a che punto sei?
«Abbiamo cercato di rifare quello che abbiano fatto in passato. Il Delfinato non è stato super, è vero, ma non non sono preoccupato».
Domanda a Pellizotti: rispetto ai tempi della Liquigas, come è cambiato Enzo?
«Come persona sempre lo stesso, ma è cresciuto tantissimo a livello mentale. I primi anni non si allenava come oggi, ha fatto progressi anche anche a livello alimentare e nella cura dei particolari».
Vincenzo, come ti senti in vista di questo Tour?
«Sono molto sereno. L’obiettivo è quello di arrivare almeno al podio».
Dal 1980, quando vinse Zoetemelk, il solo Cadel Evans è riuscito a vincere il Tour a più di 33 anni.
«Non è facile, ma a me piacciono le grandi sfide. L’anno scorso ho affrontato due grandi corse a tappe e ottenuto due podi importanti. Sento di poter dire e dare ancora qualcosa di importante».
Cosa pensi della tappa di 65 km con le griglie di partenza?
«La tappa corta è particolare. Per quanto riguarda la griglia, penso che sia una sciocchezza non serve a niente. Siamo professionisti, non amatori».
E Froome, come pensi di trovarlo?
«Non so come Froome reagirà al Tour. Sicuramente al Giro è partito piano e ha finito in crescendo».
La doppietta è possibile?
«Froome l’anno scorso ci è riuscito».
Ti ha sorpreso la sua azione sul Colle delle Finestre?
«No, un numero così ce l’ha nelle corde. Certo che ha avuto fortuna a non trovare vento in faccia per 80 chilometri in montagna».
Come stai lavorando qui a Passo San Pellegrino?
«Stiamo lavorando sulla qualità, io spero di arrivare in condizione buona al via di Noirmoutier».
C’è una tappa in particolare che ti ispira?
«Il Tour è una corsa speciale dalla prima all’ultima tappa. Sappiamo tutti che c’è la tappa del pavé e che tutte le prime tappe sono molto insidiose. E poi, come abbiamo già detto, la tappa di 65 km è un’incognita per tutti».
La cronosquadre ti preoccupa?
«Un po’ sì, ma so che andremo meglio che al Delfinato, Un distacco accettabile? Un minuto. Se è di più non è buona cosa».
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