I VOTI DEL DIRETTORE | 24/05/2018 | 20:21
di Pier Augusto Stagi -
Maximilian SCHACHMANN. 10. Il 24enne tedesco regala a Davide Bramati la 5a vittoria in questo Giro d’Italia. Per lui è la seconda in carriera dopo la tappa al Giro di Catalogna. Il ragazzo ha stoffa, e soprattutto non ha fretta di lasciarsi alle spalle Cattaneo. Ci prova una, due, tre volte come a fiaccarlo. Poi nella volata sprigiona la sua esuberanza.
Ruben PLAZA. 8. Più lo mandi giù e più si tira su. Non molla lo spagnolo dell’Accademia Israele, che ci mette testa e cuore, marchio di fabbrica delle sue biciclette, quelle di Cusano Milanino, quelle di Ugo De Rosa, un nome una leggenda. E lui, nel suo piccolo, per la sua piccola squadra, qualcosa di leggendario lo fa.
Mattia CATTANEO. 8. Ha classe, eleganza e intelligenza tattica. Si butta nella fuga di giornata, poi resta là, con Schachmann a lottare fino alla fine. Prima si limita a controllare e rispondere, poi prova anche a fare male, una due tre volte. Ma il tedeschino è tosto, non è uno sprovveduto, e il ragazzo dell’Androni Sidermec si deve accontentare di un buonissimo terzo posto.
Marco MARCATO. 6,5. Va in avanscoperta, alla ricerca di un po’ di gloria, per sé e per il suo team. Va fin che va.
Alex TURRIN. 7. Si da un gran daffare. Dopo aver rischiato di non correre questo Giro, e per questo non averla presa benissimo, adesso continua a prender fughe e a farsi vedere. Forse era il caso che qualcuno del suo team l’avesse visto anche prima.
Miguel Angel LOPEZ. 7,5. L’Astana sarà sicuramente una delle grandi protagoniste della tappa di domani. Nel tappone non starà a guardare, e non terrà fermi né Superman né tantomeno il basco. C’è da far saltare il banco. C’è da provare a lasciare il segno. Martinelli e Shefer sanno come si fa.
Domenico POZZOVIVO. 7,5. Francobolla prima Dumoulin, poi Froome. Prende l’ascensore e sale, anche se resta lì, al suo piano: il terzo. Ma Pollicino conosce anche altre strade. Visto? Mentre gli Sky sbagliavano strada, lui seguiva quella giusta: pollicino mica per niente.
Tom DUMOULIN. 8. Ha il grande merito di aver scatenato per primo l’inferno. È lui che accende la miccia. Che getta il petardo, che domani potrebbe essere bomba.
Chris FROOME. 8. Come l’Astana, la Sky sarà davvero l’ago della bilancia di questo Giro. Se Yates deve dormire ancora sonni torbidi è colpa di questo fuoriclasse del pedale e della sua allegra brigata. Sky al momento ha perso, e in questi casi si è nella posizione migliore, perché non si ha davvero nulla da perdere. Se può vincere ancora il Giro? Questo non lo so, ma lo può far sicuramente perdere a Yates.
Simon YATES. 4. Oggi paga, anche se fa finta di niente e minimizza. Forse paga il primo vero caldo di questo Giro. Forse paga una cattiva alimentazione (avrà bevuto a sufficienza?). Forse paga le quasi tre settimane di corsa asfissiante: se così fosse allora son dolori.
Davide FORMOLO. 5. Perde. Perde sempre. Perde poco o tanto ma c’è una preoccupante costanza in questo Giro d’Italia.
Thibaut PINOT. 4. Siamo al gancio, siamo in riserva: non è una novità. A questo punto non c’è da pensare a Giro o tappe, ma a non precipitare nelle profondità degli abissi.
Rohan DENNIS. 6. Per lui, arrivare con Formolo e Pinot, al momento è un grandissimo risultato. Salva la pellaccia anche oggi. E non è poco.
David LAPPARTIENT. 2. Alla domanda di Luca Gialanella e Ciro Scognamiglio: “Si è sorpreso che un corridore del calibro di Aru sia stato sanzionato nella crono?” il numero uno del ciclismo mondiale parla come se fosse al bar: «Ero in treno per venire qui, e stavo guardando il Giro. Ho visto le classifiche in diretta sul sito e il suo tempo di soli due secondi peggio di Froome. All’inizio ho pensato “Ma deve essere l’intermedio!”. Mi sono detto anche “Magari Froome ha forato, o ha avuto un altro imprevisto”. Poi ho pensato “Deve esserci un problema”. Venti secondi di penalità… non l’ha pagata troppo cara. Magari avrà guadagnato più tempo rispetto a quello che ha perso con la penalizzazione… non so. Non capisco, ci vuole il buon senso. Il corridore sa che non ha il diritto di farlo, allora perché lo fa? E’ intorno al 20° posto della classifica, che cosa cambiava? Non lo trovo logico». Io non trovo logico che il presidente dell’Uci usi certi toni e arrivi a fare certi apprezzamenti. Su che basi? Il collegio di giuria ha valutato l’infrazione del campione d’Italia, e ha disposto una punizione di 20”. Cosa vuol dire il presidente con “non l’ha pagata troppo cara…”. Io credo che un buon silenzio non fu mai scritto.
PRATONEVOSO. 2. Dal tredicesimo al primo tornante della scalata verso Pratonevoso sono ricordati i seguenti campioni del ciclismo, in base alle proprie imprese. E dico imprese: Fausto Coppi (per la fuga nella Cuneo-Pinerolo al Giro 1949), Franco Balmamion (fuga di Casale Monferrato e vittoria a Fabrosa Soprana nel 1962), Italo Zilioli (per la carriera), Francesco Moser (vincitore della Granfondo Fausto Coppi nel 1987), Claudio Chiappucci (vittoria con fuga al Sestriere nel Tour 1992), Gianni Bugno (due volte primo nel 1990 e 1991 sull'Alpe d'Huez al Tour), Simon Gerrans (trionfò a Pratonevoso al Tour 2008), Pavel Tonkov (vinse a Pratonevoso al Giro 1996), Marco Pantani (scalata al Monte Fauniera al Giro 1999), Paolo Savoldelli (per la discesa acrobatica del Fauniera nel Giro 1999), Fabio Aru (per la vittoria nel Giro delle Valli Cuneesi del 2011), Vincenzo Nibali (per l'impresa sul Colle dell'Agnello al Giro 2016), Stefano Garzelli (nel 2000 vinse la tappa del Giro a Pratonevoso). Ognuno può pensare quello che vuole, ma inserire Francesco Moser, plurivittorioso mondiale con le sue 273 vittorie da professionista, alle spalle dei soli Eddy Merckx (426) e Rik Van Looy (379), per aver vinto in carriera la Gran Fondo Fausto Coppi mi sembra uno sfregio mortale. Non andava bene un semplice “per la carriera”, utilizzato per Italo Zilioli? Voglio conoscere il mix di cervelli che hanno potuto coniare contato scempio. Complimenti vivissimi. Premio Macario.
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