I VOTI DEL DIRETTORE | 12/05/2018 | 20:06
di Pier Augusto Stagi -
Richard CARAPAZ. 10. Idolo del suo Paese è Antonio Valencia del Manchester United. Lui va in gol con un’azione da perfetta ala. Veloce e fluidificante: scappa con una progressione a 1500 metri dal traguardo e lascia tutti lì sul posto a bocca aperta: per ammirazione e fiato corto. Tappa da urlo.
Davide FORMOLO. 7,5. Dopo la caduta dell’Etna, il ragazzo della Bora va alla ricerca di autostima. Una corsa per rigenerare la mente, perché le gambe le ha. Domani sul Gran Sasso, a Campo Imperatore, può arrivarci da Re.
Thibaut PINOT. 7. È tra i corridori più attenti e reattivi in questo inizio di Giro. Lui è qui non per mirare le bellezze dell’Italia, ma per fare suo il Giro d’Italia. L’ha detto, senza tanto girarci intorno.
Enrico BATTAGLIN. 6,5. Scalpita, il ragazzo vicentino. Scalpita e freme. Ha voglia di portarsi a casa ancora qualcosa, e avanti di questo passo, e con questo passo, ci riuscirà.
Simon YATES. 6. La sua squadra fa un grande lavoro, lui si limita a controllare, anche se la tappa sembra disegnata su misura per lui.
Domenico POZZOVIVO. 6. Si agita molto, anche oggi, che potrebbe risparmiare qualche watt, in vista di domani.
Esteban CHAVES. 7. Coperto e attento come pochi. “Smile” resta nel vivo della corsa, con discrezione e serenità contagiosa. Il futuro gli sorride.
Patrick KONRAD. 6. È l’uomo di classifica della Bora in attesa che ritorni in quota anche Formolino. Fa il suo, con modica quantità.
Michael WOODS. 6,5. Legge, scrive e pedala. Fa tutto con passione, e con la passione si va lontano.
Tom DUMOULIN. 7,5. Fatichi a vederlo. Non prende un refolo d’aria. Probabile che oggi durante la tempesta non si sia neanche bagnato: impermeabile a tutto.
Fabio ARU. 6. I suoi lo scortano come si deve, e lui non si deve dannare l’anima: fa quello che un uomo di classifica deve fare. Si farà.
Chris FROOME. 6,5. Va per le terre, ancora una volta. Non è un bel segno. Ma il segnale lo da lui: è un gatto a rialzarsi e a rientrare. E un segnale lo dà anche il suo team: c’è e si vede. Attenzione, stanno arrivando.
Matteo MONTAGUTI. 7. Parte alla carica e se ne va verso un futuro non ben definito con Tosh Van Der Sande (Lotto Fix All), Rodolfo Torres (Androni Sidermec), Davide Villella (Astana), Matej Mohoric (Bahrain-Merida), Koen Bouwman (LottoNL-Jumbo) e Jan Polanc (UAE Emirates). Scrivono gran parte della tappa poi, però, devono voltare pagina.
Rodolfo TORRES. 7. Ognuno fa il suo, e lo fa in nome e per conto di una strategia di squadra semplice e chiara che ai più può sembrare banale e ripetitiva, ma così non è. Chiedere a Tony Martin o a Tim Wellens, ma anche allo stesso Manuel Senni: ci provano tutti e tre, ma restano lì, in mezzo al guado. Per il 31enne colombiano prendere oggi la fuga è già una vittoria. I ragazzi dell’Androni Giocattoli Sidermec la prendono regolarmente da una settimana: W tutti!
Jan POLANC. 7. Il 25enne sloveno della UAE Emirates è una garanzia: quando c’è da attaccare e dedicarsi al gioco di squadra, lui non sbaglia un colpo. S’intrufola nella fuga di giornata (oggi non è stato assolutamente facile) e si trova ad essere il meglio piazzato in classifica generale (8’16” dalla maglia rosa). Ci riproverà.
Louis MEINTJES. 5. Ventinovesimo, ultimo del gruppetto di Simon Yates. Corre sempre così: in costante ricorsa. Sempre aggrappato a qualcosa di molto precario e flebile, anche se il suo team per averlo si è svenato. È l’incertezza fatta persona. Il futuro? Incerto.
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