L’orgoglio del CT Villa: “Abbiamo azzurri professionisti che, giustamente, hanno impegni con i propri Team di appartenenza. Ma il compromesso trovato con i Team per un allenamento adeguato ha portato questi risultati, che per me sono motivo di orgoglio”
Un argento che vale 3’55”986, quello conquistato dagli Azzurri del quartetto, che è motivo di grande orgoglio per il CT Marco Villa: “In soli due secondi c’erano sei Nazioni a contendersi il podio. E’ stato un torneo combattuto ed entusiasmante. Tutti i ragazzi sono andati molto forte e se lo scorso anno questa medaglia ci calzava a pennello, quest’anno siamo partiti per vincere l’oro. Ci abbiamo provato e ci siamo ancora migliorati. E’ per me motivo di orgoglio oltre che un grande privilegio aver raggiunto questo risultato. Non siamo come la Polonia o la Francia che riescono a dedicare molto tempo alla preparazione dei loro quartetti: il nostro l’allenamento e l’avvicinamento a questo appuntamento non sono stati tra i più adeguati perché ci sono azzurri professionisti che hanno impegni con i propri team di appartenenza. Bertazzo e Consonni per esempio sono arrivati qui direttamente dal Giro della Turchia. La collaborazione con le loro squadre ci ha permesso di raggiungere questo traguardo. Un grazie veramente sentito a tutti”.
Il Commissario Tecnico si “lancia” poi in un’analisi sia professionale che caratteriale di ogni uomo del quartetto che ha contribuito all’argento. Tutti pezzi dello stesso puzzle, ovvero un gruppo nato dall’eredità del campione Olimpico Elia Viviani e arrivato ad essere ben saldo qui a Berlino.
Simone Consonni “sta dimostrando sempre più di essere un vero professionista. Non lascia niente al caso. La convivenza con Elia Viviani ha dato i suoi frutti. E’ sempre attivo ed ha voglia di avere sempre più km nelle gambe” le parole del CT. E su Liam Bertazzo aggiunge: “Ci mette l’anima, anno dopo anno i risultati che ha raccolto in pista lo hanno aiutato ad avere sempre più sicurezza su strada. Non è un caso che quest’anno proprio su strada abbia centrato importanti obiettivi”. Villa ricorda poi che Filippo Ganna “ha solo 20 anni! E come ogni ragazzo della sua età ha bisogno di fare esperienza. Un talento, indubbiamente. Ieri nelle qualifiche ha fatto qualcosa di incredibile: ha tirato per oltre tre giri. Cosa forse non necessaria, perché poi ti ritrovi che hai sprecato troppo. A finale conclusa aveva dei rimorsi: non bisogna correre una finale e avere poi dei rimorsi. E questo te lo insegna solo l’esperienza”. C’è poi Michele Scartezzini, che “ha vinto il bronzo al mondiale di Hong Kong e l’argento a questo europeo. Ha dimostrato il suo valore ed è riuscito ad esprimersi. E’ veramente l’uomo fondamentale del quartetto”. Ultimo, ma non per importanza, Francesco Lamon: “Lamon è Lamon! A lui devo tanto. E’ un uomo importantissimo per il quartetto. Dallo scorso anno è cresciuto insieme al gruppo. La mia decisione di spostarlo sulla partenza da fermo è stata azzeccata. Ora, oltre ad avere Consonni come uomo della partenza, c’è anche Lamon ed entrambi hanno le doti per farlo. E’ quindi per me una scommessa vinta lavorare su Lamon della partenza da fermo. Cosa lo dimostra? Un numero: 3’55”.
Il quartetto rosa delle meraviglie di Dino Salvoldi: “C’è stata tanta tattica per la conquista dell’oro. Siamo ormai le detentrici del titolo a livello internazionale in tutte le categorie ed guardiamo al futuro con grandissima fiducia”
Pronti, via. Ed è subito miglior tempo in qualifica per le azzurre dell’inseguimento. Preludio, poi, della conferma ai vertici della disciplina con una finale contro la Gran Bretagna tatticamente perfetta: “Sentivamo di poter fare bene ma avevamo anche quel giusto timore reverenziale verso la Gran Bretagna e in particolare le sue due campionesse Katie Archibald ed Elinor Baker” le parole del CT Dino Salvoldi. E aggiunge: “Come gestione della gara avevamo la consapevolezza, che lo scorso anno non c’era, di poter tenere già dalla partenza. A differenza delle altre abbiamo avuto il vantaggio di avere equilibrio e compattezza. Ed è proprio sulla nostra compattezza che abbiamo basato la nostra tattica, non su quella delle avversarie. Quando infatti il nostro vantaggio è salito in modo progressivo, da 2 a 6 centesimi, e mancava poco a fine gara, abbiamo indotto proprio lì in quel momento, le nostre avversarie all’errore”.
Dino Salvoldi spiega poi che “sapevamo che Archibald avrebbe risposto, ma rispondere a quella velocità e su così poca distanza dal finale avrebbe provocato un allungamento del loro quartetto. Così è stato. Si sono allungate e hanno corso con discontinuità. A due giri dalla fine, il nostro vantaggio era rassicurante e per noi era arrivato il momento di migliorare il crono personale, registrando il nuovo record italiano (4’17”853). Ed è successo anche questo. Due grandi obiettivi raggiunti ed è per me, e per tutti noi, motivo di orgoglio.
C’è stata molta tattica in questo torneo e abbiamo schierato le azzurre giuste al momento giusto. Oggi come oggi questo è il quartetto migliore che avrei potuto schierare. Ma non ci sono solo loro, anche le altre azzurre non presenti oggi a Berlino fanno parte di un gruppo che riesce a darmi la certezza di una continuità e di poter schierare, ad ogni appuntamento importante, un quartetto che non preoccupa sulla prestazione. E questo è frutto di un lavoro creato nel tempo”.
Azzurra dopo azzurra il CT si complimenta. Elisa Balsamo, 19 anni, “è la nostra Archibald. Il nostro Ganna. E’ forte e può essere ancora più forte. Mi consente di guardare e pensare al futuro…in grande!”. Mentre Letizia Paternoster, 18 anni, alla sua prima in un quartetto Elite ha dimostrato di essere un vero “gioiellino. Un talento puro. Ha bisogno di fare queste esperienze ed ha ricevuto un ottimo supporto dalle altre azzurre. E’ stato importante essere qui per lei: oltre al risultato raccolto, ha fatto esperienza. E’ anche l’atleta della partenza da ferma ed insieme ad Elisa rappresentato il futuro.”
Silvia Valsecchi è “la sicurezza, la tranquillità al 100%. Averla nel quartetto sai che in fondo ci vai. E’ l’equilibrio e sai che se ci sono delle difficoltà lei le affronta e le risolve”. E infine Tatiana Guderzo: “Lei mi stupisce, sempre! Ancora non capisco come in un corpicino così minuto ci sia tutta quella forza. Un conto è andare forte in salita, un altro è andare forte a 60 all’ora per 4 minuti su pista!”.
Ma la soddisfazioni del CT non si fermano qui. Il bronzo di Maria Giulia Confalonieri nell’eliminazione ne è la prova. “E’ una bella medaglia e siamo felici. Eppure, dopo l’analisi fatta con attenzione a gara conclusa, c’è un po’ di rammarico perché la condizione di Giulia è veramente ottima, e potevamo anche conquistare qualcosa in più”.
Anche le azzurre della velocità a squadre, Miriam Vece ed Elena Bissolati, non hanno smentito le aspettative: “Non possiamo ancora parlare di risultato ma scendere sotto i 34 e registrare il nuovo record italiano in 33'797 significa che stiamo lavorando bene e che vale la pena puntare su queste azzurre talentuose”.
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