I VOTI DEL DIRETTORE | 16/04/2017 | 17:41
di Pier Augusto Stagi
ORGANIZZATORI. 9. La modifica del percorso supera ampiamente l’esame. Il Cauberg, bello, suggestivo e decisivo, condizionava eccessivamente questa corsa. Troppo duro per essere digerito, troppo spaventoso per lasciare spazio all’imprevedibilità e alla fantasia. Gli organizzatori lo allontanano, l’ultimo passaggio è a 17 km dalla linea d’arrivo, e in questo modo liberano in pratica la corsa, che è bellissima. Certo, bisogna avere i corridori, quelli forti, quelli con le gambe, quelli che sanno osare e che sanno inventare: ma che bella Amstel… Domanda: ma quest’anno quanto ci stiamo divertendo?
Philippe GILBERT. 10. Poker del campione vallone, che non sbaglia una sola mossa, non getta al vento una sola pedalata. Una vittoria tatticamente perfetta, da far vedere e rivedere più e più volte nelle scuole di ciclismo, non solo ai corridori ma anche e soprattutto ai direttori sportivi. A 38 km dal traguardo suona la carica Tiesj Benoot e il campione belga non se lo fa ripetere due volte e parte con lui. Va via la fuga finale, poi non si fa sorprendere dall’ex campione del mondo Kwiatkowski che attacca. Nella volata finale il polacco cerca di mettere nel sacco il Vallone, ma Gilbert non è Sagan, e il polacco non è quello della Sanremo.
Michal KWIATKOWSKI. 8. Fa una corsa magistrale. In verità al pari di Greg Van Avermaet, Valverde e Felline, si fa sorprendere dall’azione di Gilbert, ma rimedia andando sulla fuga di testa tutto da solo. Un’azione di assoluto valore tecnico, che gli vale un voto altissimo. Nella volata prova ad uccellare il campione del Belgio, ma viene impallinato.
Michael ALBASINI. 6,5. Esperto, tosto, mai domo. Ottiene un piazzamento di assoluto valore dopo una corsa durissima. Regola il gruppetto degli inseguitori alla spalle di Gilbert e Kwiatkowski, si lascia alle spalle Haas e Rojas, che non sono proprio lentissimi.
Nathan HAAS. 5. L’australiano della Dimension Data arriva con le gambe in croce, e una croce ce la mette anche sul podio. Resta appena sotto.
Josè ROJAS. 5. Nella fuga di testa è il più passivo, anche perché alle sue spalle, nel gruppetto immediatamente dietro, c’è Valverde. Poi si presenta la grande occasione per pensare a se stesso e puntare al colpaccio, ma si inceppa.
Greg VAN AVERMAET. 5. Anche i super ogni tanto tornano normali. Era con Kwiatkowski quando il polacco scatta e se ne va. Oggi non era giornata. Dorme quando parte Gilbert. Resta lì quando parte il polacco. C’è poco da dire.
Alejandro VALVERDE. 5. Vale lo stesso discorso fatto per il campione olimpico di Rio.
Sergio HENAO. 7. Pronto a seguire Gilbert, poi lavora per Kwiatkowski. Grande gara la sua.
Jon IZAGIRRE INSAUSTI. 7. Fa il suo, rientrando con una bellissima azione sul Gilbert e Henao. Poi spera che possa rientrare sul loro gruppetto anche Colbrelli, ma il suo desiderio resta tale.
Sonny COLBRELLI. 6,5. Terzo un anno fa, nono quest’anno, ma la sua dimensione internazionale sta lievitando giorno dopo giorno, chilometro dopo chilometro, gara dopo gara. Per quando mi riguarda, bravo Sonny!
Enrico GASPAROTTO. S.V. Cade a 35 km dal traguardo, con un altro vincitore dell’Amstel Roman Kreuziger. Brutta botta, alla spalla sinistra. Brutto colpo per il friulano, che sembrava messo bene.
Tim WELLENS. 5. Ha talento e numeri da vendere, spesso regala saggi di classe purissima, ma deve imparare a monetizzare di più. Leggasi scegliere i tempi giusti per muoversi. Oggi sbaglia almeno in paio di occasioni. Troppe.
Michael MATTHEWS. 4. Mai nel vivo della corsa, sempre dietro ad inseguire. E una corsa nervosa, di fondo resistenza e anche velocità. Sembra adattissima a lui, ma non è così.
Alberto RUI COSTA. 5,5. La giornata non era certamente incominciata nel modo migliore per il team UAE Emirates diretto da Carlo Saronni. Ben SWIFT deve rinunciare in extremis all’Amstel a causa di una distorsione alla caviglia. Poi, in una fase caldissima della corsa della birra, il campione portoghese resta dietro a causa di un guasto meccanico. Riesce poi anche a tornare nel vivo, ma certi sforzi – e lui ne ha fatto più d’uno e prolungato – alla fine si pagano.
Fabio FELLINE. 6. Torna all’Amstel, la corsa che nel bene e nel male gli ha segnato la carriera. Un anno fa, nel trasferimento dal km zero al via, un brutto incidente che rischia di compromettergli la carriera. Lui invece si rialza, in tutti i sensi. Oggi si fa vedere, anche se si fa sorprendere in un paio di occasioni. Difficile correre l’Amstel, corsa scorbutica, di difficile lettura. Sempre da domare, anche quando sembra domata.
Lars BOOM. 6. Il corridore della LottoNL Jumbo è il primo a provarci, con una delle sue accelerazioni. Un via d’autore, per uno dei corridori di casa più attesi nella corsa della birra. Porta via la fuga che condizionerà la giornata. Con lui Stijn Vandenbergh (AG2R-La Mondiale), Mads Wurtz Schmidt (Katusha-Alpecin), Tim Ariesen (Roompot), Nikita Stalnov (Astana), Michal Paluta (CCC Sprandi Polkowice), Brendan Canty (Cannondale-Drapac), Johann Van Zyl (Dimension Data), Kenneth Van Rooy (Sport Vlaanderen-Baloise), Pieter Van Speybrouck (Wanty-Groupe Gobert), Fabien Grellier (Direct Energie) e il nostro bravissimo Vincenzo Albanese (Bardiani-CSF). Lars Boom fa un po’ come la birra quando la stappi: esce a tutta velocità, poi si sgasa.
Vincenzo ALBANESE. 8. Neo professionista, alla sua prima esperienza di livello al nord, il più giovane del gruppo è questo ragazzo di 20 anni (compirà i 21 a novembre) salernitano nato a Oliveto Citra, cresciuto a Laviano, ma poi in pratica adottato dalla Toscana (Reggello), dove i suoi genitori si sono trasferiti per lavoro. Ed è in Toscana che il ragazzo quasi per caso diventa ciclista. Ma non per caso e quasi certamente diventerà qualcuno. Bruno e Roberto Reverberi ci hanno visto giusto. La CSF Bardiani e Stefano Zanatta, sono elementi essenziali per la crescita di un ragazzo di cotanto talento. Zanatta ha una grande responsabilità: dopo Vincenzo Nibali, Vincenzo Albanese.
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