Sono due fratelli puro “sangue romagnolo” Vittorio e Claudio Savini, entrambi accomunati e distinti da una specifica, assidua, passione per il ciclismo sebbene espressa in modi differenti ma con impegno al massimo, a tutta, per usare un’espressione gergale delle due ruote, nelle diverse circostanze.
I due fratelli, entrambi nati nella notissima e frequentatissima località di Cesenatico, contraddistinta e marchiata da un alto, altissimo, variegato, tasso ciclistico, di lunga tradizione, sono venuti al mondo precisamente nella frazione di Villalta della storica cittadina romagnola ed è stato il babbo, per dirlo alla romagnola, Guerrino, appassionato di ciclismo, che li portava a vedere le numerose corse nel territorio, a fare nascere nei fratelli l’interesse, vivo e sentito, per l’ambiente e le gare.
Lo specifico curriculum ciclistico premia specificamente il più giovane, Claudio, classe 1956, mentre Vittorio, il senior, classe 1944, è sempre stato al fianco del fratello ma ha pure svolto molteplici mansioni ciclistiche in varie declinazioni, senza però mai attaccare un numero dorsale alla schiena e rubando anche parecchio tempo al suo lavoro professionale d’apprezzato meccanico con officina, sempre assai frequentata, oltre che dagli automobilisti, anche da appassionati delle due ruote senza motore.
E qui discutono di ciclismo con lui, quando è pure letteralmente “tuffato” nel cofano motore di una vettura in riparazione, indossando una tuta maculata che rivela appieno, senza possibilità di equivocare, il suo impegno totale, a tu per tu con i motori e gli equipaggiamenti meccanici e/o elettronici complementari, che si riflette ovviamente pure sulla colorazione della sua tuta e delle sue abili mani.
Vedremo poi le sue “credenziali” ciclistiche non pedalate dando la dovuta precedenza al Savini junior, Claudio, per meriti pedalati, corridore professionista e titolare di una carriera di buon livello approdata per una decina anni alla categoria professionisti e che, in certi periodi, si è incrociata anche con l’attività, definiamola d’appoggio, svolta dal fratello Vittorio nel ciclismo.
Claudio Savini inizia a gareggiare nel G.S. Martorano, quale esordiente e poi allievo per poi passare alla Fiumicinese, era il 1973, dove resta fino al 1976 quando veste i colori, fra i dilettanti, del glorioso Pedale Ravennate dove conferma le sue doti di buon passista-scalatore con il tallone d’Achille della volata che determina un notevole e costante numero di piazzamenti di valore ma, per diretta conseguenza, penalizza il numero delle vittorie. Nel 1979 passa alla Righetti di Pesaro per poi approdare al professionismo nella Sanson, quale stagista, nel settembre 1980 ma, a fine anno, la squadra di patron Teofilo Sanson termina l’attività.
Per due anni si accasa, come si soleva dire, con la Selle San Marco, formazione di stampo garibaldino guidata dal direttore sportivo fiorentino Carlo “Carlino” Menicagli con un passato da pugile e lo segue anche per il biennio1983/84 alla Dromedario calzature-Alan-Sidermec (quest’ultima poi presenza costante nei decenni successivi nel ciclismo quella dell’azienda di Pino Buda di Cesenatico), altro biennio alla Vini Ricordi -Pinarello guidata da Mauro Battaglini, poi ritrova Carlino Menicagli alla Fibok-Sidermec .La prima è un’ azienda aretina d’abbigliamento mentre la seconda è invece un’azienda siderurgica per contenitori alimentari romagnola con il titolare – Giuseppe “Pino” Buda - da decenni sempre generosamente vicino al ciclismo italiano con immutabile, costante, passione. Gli ultimi tre anni dei dieci trascorsi nella categoria professionisti vedono Claudio gareggiare per l’Alba-Benotto, quindi la Titanbonifica, sempre dirette da Menicagli per concludere, era il 1990, nella Selle Italia di Gianni Savio.
Per le sue caratteristiche di buon scalatore e fondista non ha mai avuto l’opportunità d’alzare le braccia quale vincitore fra i professionisti mentre, nei dilettanti e nelle categorie minori, tale emozione l’ha provata vincendo anche una classica dei “puri”, la Coppa della Pace-Trofeo Fratelli Anelli di Sant’Ermete, frazione di Santarcangelo di Romagna, quasi in casa.
Era un “duraccio”, un vero duro a morire, in tutte le corse che affrontava con precipuo impegno, digrignando i denti e con sforzi visibili, quasi misurabili, rappresentati sul suo volto con fattezze e carnagione scura, un po’ da indio. Qualità e impegno sempre a disposizione della squadra e particolarmente apprezzate dall’estroverso, loquace e vivacissimo, in corsa e anche fuori corsa, direttore sportivo, Carlino Menicagli.
Pure a carriera pedalata finita Claudio Savini è rimasto assai vicino al mondo delle due ruote senza motore lavorando sempre, quale apprezzato meccanico, ma non solamente, in primari negozi di ciclismo della Romagna, terra di sempre fervida passione per la bicicletta. E curando sul piano meccanico le biciclette era comunque prodigo di consigli di vario tipo ciclistico, frutto della sua personale esperienza, assai apprezzati e ricercati, dalla clientela, anche quella di tipo balneare, che nella stagione estiva pedala dal litorale verso i molteplici e spettacolari percorsi dell’entroterra collinare e, pure montuoso, che abbondano nella terra del liscio, della piada o piadina e del Sangiovese.
Ora Claudio si gode un meritato riposo ma è un riposo attivo in quanto la bicicletta, praticata in modo disteso, è presenza quasi quotidiana in varie declinazioni come vedremo più avanti.
Non si riposa ancora, anzi…., il fratello maggiore Vittorio, sempre impegnato nella frequentatissima officina Vittorio Savini di via Saffi a Cesenatico. Il riposo per lui, e per la moglie, la signora Maria Sberlati, è sempre comunque all’insegna del ciclismo, attualmente soprattutto ciclismo giovanile, in quanto sono il perno di una formazione juniores che accoglie soprattutto i giovani al secondo anno nella categoria, che opera nel settore da vari anni con i colori gialloblù. Sono sette per questo 2023 i corridori che gareggiano per il Team Unipol Glass, questa è l’attuale denominazione, che ha in ammiraglia quali direttori sportivi Francesco Satta e, guarda un po’, tale Claudio Savini affiancati dai cugini Lorenzo e Mattia Casadei e poi, Ivano Della Chiesa quale autista/accompagnatore e Pierpaolo Bellucci addetto alla comunicazione. Non è indicato il nome del meccanico ma tutti gli indizi portano naturalmente al nome di Claudio Savini, in duplice veste.
Esperienze specifiche di Vittorio nel ciclismo sono le collaborazioni strette con i direttori sportivi, diciamo titolari, del Pedale Ravennate dove ha acquisito esperienze nel periodo in cui in questa squadra ha gareggiato il fratello Claudio, quindi altre società in Emilia-Romagna e anche nelle Marche, partecipando a Giri d’Italia dilettanti e operando pure, in varie circostanze, con le formazioni dirette dal d.s. e amico Carlino Menicagli e da un altro toscano di valore, Valdemaro Bartolozzi.
Vittorio seguiva sempre i giovani della sua zona e fra questi, prima da allievo e poi fra gli juniores, un suo concittadino, Marco Pantani, per il quale ha contribuito alla nascita del Club “Magico Pantani” di Cesenatico animandolo con diverse iniziative. Un campione, un amico, che rammenta sempre con una gamma di sentimenti e molteplici ricordi legati al grande scalatore.
La scomparsa dell’amato Pirata ha causato in Vittorio Savini un certo disamoramento verso il ciclismo in favore del quale ha comunque operato anche in qualità di assessore al turismo e sport del comune di Cesenatico e, in quel periodo, era il 2012 ricorda Vittorio, lo cercarono un gruppo di ragazzini che volevano provare a gareggiare non avendo trovato accoglienza adeguata in formazioni juniores. Detto e fatto, in collaborazione stretta con la signora Maria e un gruppo di amici che hanno sostenuto, e sostengono tuttora la squadra e, fra questi, Pino Buda naturalmente.
Due fratelli, Vittorio e Claudio, con sicuro sangue ciclistico, oltre che romagnolo, nelle arterie, nelle vene e nel cuore.