Dopo la tanta pianura della prova contro il tempo da Sorbolo Mezzani a Guastalla di ieri, con la maglia rosa che è finita sulle spalle dell'inglese Ted Turner, la corsa ritrova la montagna degli Appennini con una tappa per intero nella provincia di Modena, nel Frignano precisamente, da Fanano a Sestola.
Fanano, comune di circa 3.000 abitanti, nell’alto bacino del fiume Panaro, è il più vasto dell’Alto Frignano ed è il centro di riferimento della zona. Ebbe origine da un monastero benedettino fondato nel 725 da S. Anselmo e, nei secoli, ha avuto una lunga storia. La chiesa di San Silvestro, il patrono di Fanano, risale al sec. XI con rifacimenti vari agli inizi del 1600, conserva le maestose colonne originarie con tracce della cripta e pregiate tele. Altro edificio religioso di valore è la chiesa di S. Giuseppe, d’inizio 1600, con notevoli altari in legno, di stile barocco. Per il versante civile si propongono i palazzi Coppi, Monari, Lardi e la villa Severi del periodo XVI-XVII secolo. L’allevamento dei bovini da latte fruisce della coltivazione di foraggi e, inoltre, di cereali. Notevole è la raccolta e la trasformazione dei prodotti del bosco mentre l’industria presenta attività nei settori della maglieria, lavorazione del legno e imbottigliamento di acque minerali. Il turismo ha valenza sia invernale, sia estiva.
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Nella parte iniziale l’altimetria tende a scendere dolcemente con l’itinerario che tocca brevemente il territorio di Sestola, nella località Il Molino, poi il bivio per San Giacomo Maggiore e Casolare di Sotto, località di Pavullo nel Frignano ed entrare quindi a Marano sul Panaro, transitando prima dalla sua frazione di Osteria Vecchia e successivamente nel centro abitato. Sono note le specialità culinarie locali quali crescentine, gnocco fritto e borlenghi (sorta di crespella con ripieno di battuto di lardo, aglio e rosmarino), così come le locali ciliegie, e la diffusa pollicoltura. Si trova nel Parco regionale dei Sassi di Roccamalatina con tre spettacolari picchi rocciosi, i tipici “calanchi” appenninici e giungere quindi, oramai in pianura, a Vignola.
È una città con oltre 25.000 abitanti, sede principale dell’unione di comuni “Unione Terre di Castelli”, con un tessuto economico di piccole e medie aziende, anche agricole e florovivaistiche, nota anche in Europa per la sua produzione di ciliegie rappresentata dal tipo “mora di Vignola”. È situata lungo il Panaro, vanta una notevole storia e significative strutture architettoniche come la Rocca fortificata medievale, con l’alta torre e torrioni angolari con interni affrescati. Il Palazzo Boncompagni, edificato nella seconda metà del 1500, su disegno del nativo Iacopo Barozzi, detto appunto “il Vignola”. Centro di varie tradizioni, dove si produce il tradizionale “aceto balsamico” di Modena. La filiera industriale è varia e articolata.
Ludovico Antonio Muratori (1672-Modena 1750), sacerdote, scrittore, storico, un “padre” della storiografia soprattutto riferita al Medioevo, è nato qui.
Nel ciclismo si ricorda per la Milano-Vignola, corsa professionistica disputata dal 1952 al 1996 e organizzata dall’U.S. Vignolese che si concludeva nel circuito del Gessiere, attorno alla città, corsa nel mirino dei velocisti, con interessante albo d’oro che, dal 1997, si è trasformata nel G.P. Bruno Beghelli del G.S. Emilia con partenza e arrivo nella vicina Monteveglio, provincia di Bologna. Silvano Riccò (1959), professionista per sei stagioni, è nato qui.
L’itinerario propone di nuovo il passaggio da Marano sul Panaro e le sue località di Osteria Vecchia dove questa volta la strada inizia toccando località Crocetta, per poi entrare nel territorio di Pavullo nel Frignano, superando la sua frazione di Coscogno, e quindi giungere a quota m. 776 di Sant’Antonio di Pavullo, GPM di 2^ categoria. Si prosegue per la sua frazione di Frassineti, raggiungendo poi Ponte di Brandola, frazione del comune di Polinago, lungo strade assai vallonate, zona di tradizionale agricoltura, allevamento, produzione casearia con variata attività industriale, frequentata al turismo estivo di prossimità. L’itinerario prevede il passaggio da Montecerreto e Mocogno, traguardo volante di giornata, frazioni di Lama Mocogno, comune con ampia vista sulle valli sottostanti e sul monte Cimone con due laghetti per la pesca sportiva. Qui, nella frazione di Sassostorno precisamente, è nato Romeo Venturelli (1938-Pavullo nel Frignano 2011), grande, eterna, promessa del ciclismo di forti, ma mai espresse appieno, potenzialità.
Si rientra nell’ambito territoriale di Pavullo del Frignano, importante comune di 18.000 abitanti, riferimento della zona, su un altopiano fra i crinali delle alture di Montecuccolo con il possente castello medievale, , lungo lo spartiacque fra i fiumi Secchia e Panaro. Vari edifici e motivi architettonici, fra il capoluogo e le sue frazioni, ricordano la sua articolata storia con l’economia che ha affiancato un vivace turismo estivo e pure invernale.
Nativi di qui sono il calciatore, bomber Luca Toni (1977) e per il ciclismo Rachele Barbieri (1997), iridata specialista della pista ma pure della strada e Luca Covili, professionista dal 2019 con la Bardiani CSF Faizané.
Si passano le sue frazioni di Gaianello e Renno di Sotto, in discesa, prima di entrare nel comune di Sestola dove, in località Ponte del Prugneto, la strada inizia a salire, attraversando pure Castellaro, al GPM di 1^ cat., quota m. 918, di Poggioraso.
Allo scollinamento si ripassa nel comune di Fanano, dove è avvenuta la partenza e da qui, senza soluzione di continuità, inizia l’ascesa al GPM di 1^ cat. di colle Passerino, quota m. 1052, che immette nel comune di Sestola con il traguardo posto a soli km. 2,500 dal GPM, nel centro abitato.
Sestola, ai piedi del monte Cimone, la cima più alta dell’Appennino settentrionale con i suoi m. 2165 e pure della regione Emilia-Romagna. È un conosciuto e frequentato centro del turismo invernale ed estivo del Parco del Frignano, con molti impianti sciistici e confortevoli strutture d’accoglienza. Il centro abitato è disposto attorno a un alto sperone roccioso su cui sorge un’antica e imponente fortezza del secolo IX, ricostruita nel XVI secolo, con cinta muraria, contrafforti e torrione circolare. La corte centrale propone il Palazzo del Governatore, la torre dell’Orologio e le vecchie prigioni. Ospita anche l’interessante Museo della civiltà contadina e montanara riferiti a Sestola e alle sue varie frazioni. Il giardino alpino “Esperia”, oasi botanica alle pendici del Monte Cimone così come il Lago della Ninfa circondato da faggeti e boschi di conifere e altre peculiarità del territorio sono di notevole interesse.
Il turismo è la prima voce dell’economia locale che conta comunque anche su buone realtà agricole, dell’allevamento e manifatturiere, in specifici versanti.
Già nel 2018 Sestola è già stata il traguardo della seconda tappa dell’edizione di quell’anno del Giro d’Italia Giovani U23 vinta dall’austriaco Markus Wildauer che indossò pure la maglia rosa di leader, precedendo di 33” Alessandro Covi. È pure frequentata anche dalla Coppi e Bartali del G.S. Emilia.
Il primo incontro con il ciclismo e con il Giro d’Italia prof risale al 1971 quando vinse, in località Pian del Falco, lo scalatore spagnolo Josè Manuel Fuente, nel 2014, a Pian del Lupo, successo per l’olandese Peter Weening e, nel 2016, vittoria in solitaria per un giovane Giulio Ciccone.
La tappa è certamente destinata a fornire obiettive indicazioni relative alle attese dei protagonisti che mirano al successo finale.
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