Bruno Reverberi, a capo della Bardiani CSF, come al solito non le manda a dire e va dritto al punto. «Già l’anno che nacque il Pro Tour solo due squadre italiane Professional parteciparono al Giro d’Italia: la mia e quella di Gianni Savio. L’Acqua&Sapone fu costretta a chiudere. Lo sponsor la prima cosa che chiede è se correremo il Giro d’Italia: non è disposto a darti soldi se non hai questa certezza da offrirgli. Le altre corse, senza offesa, non interessano. Ci devono essere dei meriti sportivi: non esiste che l’Androni che ha corso un Giro e in generale una stagione super non sia Word Tour a differenza di squadre che hanno budget maggiori ma non hanno combinato nulla o quasi».
E ancora: «Nel 2013 c’erano 47 corridori italiani nel World Tour e 139 totali, in più avevamo due team come Liquigas e Lampre; nel 2019 ci ritroviamo solo con 4 squadre Professional, 22 corridori in meno della massima serie e tra questi molti meno "buoni" perchè appena ce n’è uno interessante inizia la guerra tra le squadre World Tour. Anche se riusciamo ad offrir loro un buono stipendio, i corridori ci lasciano in favore di una WT che può offrire loro un calendario sicuro. L’anno prossimo 1 o 2 squadre italiane spariranno di sicuro. I dilettanti dove andranno a correre? Gli organizzatori avranno comunque voglia di allestire corse che la gente non avrà interesse di seguire? Abbiamo dormito, le federazioni non si sono mosse per tempo, ci hanno tolto la terra sotto i piedi a poco a poco».
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